Italia

Rapporto Eurispes: il 47,2% degli italiani non arriva alla fine del mese

Nel Paese tratteggiato dal rapporto quasi nove italiani su dieci, l’88%, ritengono che la crisi sia peggiorata nel corso dell’ultimo anno evidenziando una sorta di sindrome «giorno per giorno». Secondo i dati del report, la condizione economica delle famiglie è peggiorata nel 76,7% dei casi, registrando un aumento di 16,4 punti percentuali rispetto al 2014. Allo stesso tempo, il persistere della crisi aumenta il numero di chi andrebbe a vivere all’estero (quasi il 46%). Sono soprattutto gli studenti i più propensi a trasferirsi in un altro Paese (il 65%), ma anche la maggioranza di chi è in cerca di una nuova occupazione (59,8%) si dice pronta a mettersi in gioco per andare all’estero. Emblematico anche il dato di chi ritiene una sfortuna vivere in Italia: il 39,5% degli italiani (+13% rispetto allo scorso anno). Il potere di acquisto, infine, calato per 7 famiglie su 10, spinge gli italiani a rivolgersi a punti vendita economici per cibo e abbigliamento, ma soprattutto costringe quasi la metà delle famiglie a rateizzare le proprie spese.

«Il fisco e la burocrazia stanno distruggendo il Paese. In questo momento storico lo Stato sopravvive nutrendosi dei propri cittadini e delle proprie imprese». Con queste parole il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha presentato il Rapporto Italia 2015. L’indagine è stata costruita attorno a 6 dicotomie, illustrate da 60 schede fenomenologiche. «Il progressivo allargamento del ruolo della burocrazia – ha detto Fara – è la conseguenza della perdita di credibilità della politica e della sua capacita di rispondere ai cambiamenti sociali e alle sfide economiche. Mentre l’economia va a rotoli e la società vive un pericoloso processo di disarticolazione – ha aggiunto Fara – assistiamo al trionfo di un apparato burocratico onnipotente e pervasivo in grado di controllare ogni momento e ogni passaggio della nostra vita». Il Rapporto Italia, giunto alla sua settima edizione, è un’analisi sullo stato della politica, dell’economia e della società italiana, che quest’anno descrive un Paese «in grave crisi di identità e di prospettive economiche» dove il fisco e la burocrazia «hanno ormai sostituito la politica e il Parlamento, finendo per ritagliarsi un potere gigantesco».

Secondo quanto emerge dal Rapporto Eurispes, sette italiani su dieci, il 69,4%, non hanno più fiducia nelle istituzioni e aumenta il numero di chi si dichiara pronto a uscire dall’Euro. «In questo momento storico di grande crisi – ha dichiarato il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – assistiamo a una profonda sfiducia, a tratti addirittura odio, dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni. Questa situazione insostenibile – ha aggiunto – provoca una diffusa apatia verso lo Stato». Come riportano i dati, infatti, se il presidente della Repubblica uscente, Giorgio Napolitano, raccoglie un buon grado di consensi (45,3%), allo stesso tempo emerge una sostanziale rassegnazione verso i tre poteri dello Stato. Il Governo Renzi registra un tasso di fiducia al 18,9%, basso ma lievemente in crescita rispetto alle passate rilevazioni, mentre il Parlamento continua a segnare una progressiva diminuzione del grado di fiducia, attestandosi al 10%. Male anche la magistratura che fa molti passi indietro (28,8%) con un crollo di consensi del 12,6%. In questo clima di generale sfiducia, però, le forze dell’ordine e quelle armate continuano ad essere un punto fermo per gli italiani.