Il Paese vive un generale senso di depressione che attraversa tutte le classi sociali: i poveri perché vedono allontanarsi la possibilità di migliorare la loro situazione economica; i ceti medi perché hanno paura di una progressiva proletarizzazione; i ricchi perché si sentono criminalizzati e hanno persino timore di mostrare il proprio status: è uno dei passaggi centrali del Rapporto Italia 2012 dell’Eurispes, presentato oggi a Roma presso la Biblioteca centrale nazionale. Il presidente Gian Maria Fara, nel discorso di presentazione, ha affermato che la responsabilità dell’attuale situazione che viene attribuita impropriamente e per intero alla classe politica appartiene invece alla classe dirigente generale’ della quale fanno parte tutti coloro che esercitano ruoli e funzioni direttivi all’interno della società: imprenditori, elites culturali; manager pubblici e privati; sindacalisti; i grandi commis dello Stato; magistrati; professori; uomini dell’informazione e della ricerca. Secondo Fara si tratta di una elite che dovrebbe farsi carico delle esigenze e dei bisogni della collettività mentre in realtà si comporta come un blocco solidale e separato dal resto del Paese, articolato sul modello feudale, che non ha nessuna intenzione di rinunciare, neppure in piccola parte, ai privilegi conquistati.Ma se la classe dirigente generale secondo il presidente dell’Eurispes – cerca in ogni modo di tutelare i propri privilegi, anche la società è vittima e complice, nello stesso tempo. Basti pensare ha affermato che in Italia esistono tre PIL: uno ufficiale (1.540 Mld); uno sommerso (equivalente al 35% di quello ufficiale (540 Mld); uno criminale frutto dei proventi delle attività illegali che supera i 200 Mld. Ne deriva che nel Paese circola più ricchezza di quanto non raccontino le statistiche ufficiali e questo spiega anche la capacità dimostrata dal sistema nel suo complesso di reggere di fronte ad una crisi devastante e anche la durezza con la quale siamo trattati dai nostri partners europei, Germania in testa. Dal rapporto emerge che l’evasione fiscale ed il sommerso sono certamente opera dei grandi evasori, ma anche della connivenza quotidiana di milioni di italiani che producono o alimentano essi stessi il sommerso. Per uscire dalla crisi, quindi, occorre una generale presa di coscienza e la rottura di quel patto di complicità che blocca la società. Ma, soprattutto, – ha ricordato Fara la riscoperta dei doveri e delle responsabilità di ciascuno superando l’egoismo e la difesa corporativa degli interessi. Il ruolo della politica, in questa situazione, è di ricostituirsi come grande agenzia di senso e di orientamento.Tra i diversi aspetti affrontati dal rapporto, quello della condizione economica delle famiglie rappresenta uno dei punti più problematici. Non solo il 2011 viene definito un anno da dimenticare per l’Italia, con una situazione nettamente peggiorata per il 67% degli italiani, ma la maggioranza degli italiani pronostica un peggioramento nell’anno in corso, con una contrazione del reddito diffusa, l’aumento della richiesta di prestiti non solo per l’acquisto della casa ma per beni di importo più piccolo oppure per il pagamento di debiti pregressi (33,1%). Da qui fenomeni preoccupanti quali la diffusione dei Compro oro ai quali ormai si rivolge quasi il 10 per cento delle famiglie per raggranellare soldi. Benché gli italiani amino l’Italia e per il 72% ritengano una fortuna esserci nati e viverci, si registra il desiderio o la necessità di fuga in cerca di lidi più promettenti, specie tra i giovani: il 59,8% dei venti-trentenni si dice disponibile a lasciare il Paese, sintomo delle reali difficoltà a trovare lavoro e a costruire un futuro anche per i più qualificati. Sui temi etici, il rapporto registra un deciso favore per il divorzio breve (82,2%), per la pillola abortiva (58%), per l’eutanasia (50,1%) e per il testamento biologico (65,8%), mentre è netta la contrarietà al suicidio assistito (71,6%). (Sir)