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RAPPORTO CARITAS-ZANCAN SU ESCLUSIONE SOCIALE: RISCHIO POVERTÀ SEMPRE PIÙ DIFFUSO

“Il rischio povertà si fa sempre più diffuso, è necessario che le istituzioni facciano attenzione a questo fenomeno di ‘maggioranza patologica’”. A lanciare l’allarme, durante la presentazione, oggi a Roma, del Rapporto 2004 su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta curato dalla Caritas italiana e dalla Fondazione Zancan, intitolato “Vuoti a perdere” (ed. Feltrinelli), è stato Walter Nanni, tra i curatori del volume. “A differenza del passato in cui erano più evidenti le ‘minoranze patologiche’ delle situazioni di devianza – ha detto – oggi a rischio povertà è la maggioranza delle persone. Eppure sembra che l’atteggiamento delle istituzioni sia: ‘Mal comune, mezzo gaudio’”.

E mentre le classi medie impoveriscono e sono sempre più presenti i “working poor”, i ricchi sono sempre più ricchi, grazie “alla pressante campagna governativa di detassazione più generosa verso i redditi alti”, si legge nel Rapporto. Il volume cita i dati della Banca d’Italia: nell’ultimo decennio, ad esempio, “il 5% delle famiglie più agiate ha aumentato la quota di reddito dal 27 al 32%”. Tiziano Vecchiato, direttore scientifico della Fondazione E.Zancan ha spiegato che nel Rapporto, “l’esclusione sociale non è solo dovuta ai fattori economici come la capacità di spesa, ma anche ad altre fragilità di solito non conteggiate”. Come ad esempio la precarietà del lavoro che incide sulle scelte dei giovani: “Se una coppia giovane vuole avere tre figli il rischio povertà è triplicato”. O la depressione e il degrado cognitivo che incidono nella fase finale della vita, “provocando sofferenza e aumentando il rischio esclusione”. Riguardo al rapporto tra immigrati e sanità, invece, Nanni ha messo in evidenza come “solo il 3% degli stranieri si rivolge ai medici di famiglia e utilizzano esclusivamente il pronto soccorso. C’è un evidente problema di sensibilizzazione e mediazione culturale”. Sir