Italia

RAPPORTO CARITAS-ZANCAN SU ESCLUSIONE SOCIALE: POVERTÀ È SCONFITTA DEMOCRAZIA

“La permanenza della povertà dentro un contesto di ricchezza è una sconfitta della democrazia e del modello di sviluppo a cui essa si ispira”. Non usa mezzi termini mons. Giuseppe Pasini, presidente della Fondazione Zancan, per denunciare la situazione di povertà in Italia e nel mondo: “Da almeno 10 anni le persone che in Italia vivono sotto la linea della povertà sono attorno ai 7 milioni, nella sola Europa dei 15 erano 50 milioni, negli Stati Uniti sono 35 milioni”. Cifre che, a suo avviso, contengono un messaggio eloquente: “Il sistema socio-politico non ha saputo o non ha voluto eliminare o almeno ridurre la presenza di queste persone correttamente qualificate come ‘cittadini incompiuti'”.

Mons. Pasini è tra i relatori che presentano oggi a Roma, il Rapporto 2004 su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta curato dalla Caritas italiana e dalla Fondazione Zancan, intitolato “Vuoti a perdere” (ed. Feltrinelli). Il volume si sofferma quest’anno su alcune situazioni particolari di disagio, tra cui le conseguenze del lavoro flessibile, la depressione, le demenze senili, le “dipendenze senza sostanze”. Il lavoro flessibile, secondo il Rapporto Caritas-Zancan, è uno dei fattori di più alta vulnerabilità sociale, ossia di “possibile scarsa qualità dell’esperienza lavorativa, di possibile crisi, di possibile perdita dell’autosufficienza materiale e di messa in discussione della propria identità socio-professionale”.

“Altro elemento significativo di situazioni di difficoltà, osserva mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana, è la “mobilità delle persone sia per i trasferimenti interni che per quelli internazionali. I riflessi sulla vita di chi cambia contesto corrispondono ad altrettante manifestazioni di disagio”. Mons. Nozza denuncia quindi “la precarietà degli impieghi e il ritardo nell’ingresso al lavoro” e chiede, riguardo alle situazioni di povertà, una “assunzione generale di responsabilità che coinvolga anche i ricchi”.Sir