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Rapimento padre Dall’Oglio in Siria: Unitalsi, «apprensione per le notizie»

Mentre si attendono conferme ufficiali sul rapimento nella città di Raqqua, in Siria, del gesuita italiano p. Paolo Dall’Oglio, che sarebbe nelle mani di un gruppo di miliziani vicini ad Al Qaeda dal nome «Stato Islamico dell’Iraq e del Levante», l’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) ha diffuso oggi un comunicato stampa.

Il testo riporta le parole del presidente nazionale Salvatore Pagliuca che afferma: “L’Unitalsi attende con apprensione notizie sulla sorte di padre Paolo Dall’Oglio e prega perché possa presto essere rilasciato e restituito all’affetto della sua famiglia e della sua comunità, per continuare a svolgere il suo delicato servizio ecumenico in un territorio complesso come la Siria”.

“In ripetute occasioni – aggiunge Pagliuca – padre Dall’Oglio ha offerto la sua testimonianza durante dei pellegrinaggi Unitalsi, ribadendo la necessità di testimoniare la pace e i valori del Vangelo in terre di confine, dove la convivenza tra popoli e religioni non è certo semplice. In queste ore, siamo vicini alla trepidazione della famiglia di padre Dall’Oglio e, in particolare, a Federico Baiocco, responsabile nazionale dei medici Unitalsi, e alla moglie, legati al gesuita rapito da uno strettissimo vincolo familiare”.

Padre Paolo Dall’Oglio si era detto sabato scorso tramite Facebook ”felice di tornare nella città liberata di Raqqa”, nella sua ”patria” Siria. Il gesuita, oppositore del regime siriano del presidente Bashar al-Assad e convinto sostenitore dell’opposizione, aveva parlato attraverso il social network di una ”missione” chiedendo ”ai cari amici” un ”augurio per la sua riuscita”, ribadendo che ”la Rivoluzione non e’ un auspicio di buona sorte, ma un impegno”.