Potrebbero essere le riprese delle telecamere a circuito chiuso che l’amministrazione comunale ha posizionato nel centro città a smascherare gli autori della devastazione della sede livornese del comitato elettorale di Altero Matteoli avvenuta nella notte tra sabato e domenica, mentre la città festeggiava la promozione in serie A del Livorno calcio. Da alcune settimane in vari punti del centro sono infatti in funzione queste telecamere collegate alla centrale operativa dei vigili urbani e installate nell’ambito del progetto Città sicura elaborato dall’assessorato sulla sicurezza urbana. Da quanto emerso, infatti, le telecamere avrebbero ripreso la banda di circa 60-70 persone che, con il volto coperto da sciarpe, si avviavano verso la sede dell’ufficio elettorale del ministro. Spetterà ora ai carabinieri del nucleo operativo, che conducono le indagini, riuscire a identificare i teppisti: i filmati sono infatti già all’esame degli investigatori. I carabinieri hanno anche fatto sapere che ad agire è stato un numeroso gruppo di persone, per lo più giovani tra i 18 e i 25 anni.«Quello che è successo l’altra notte è stato un vulnus che ha colpito tutta la città», ha spiegato il prefetto Giancarlo Trevisone, al termine di una riunione straordinaria del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica alla quale ha partecipato anche il presidente del Livorno calcio, Aldo Spinelli. Anche il sindaco di Livorno Gianfranco Lamberti ha ribadito la condanna dei gesti violenti dell’altra notte ribadendo che i primi ad essere danneggiati sono quelle decine di migliaia di livornesi che volevano vivere gioiosamente la festa e che invece ieri sono rimasti delusi per la riduzione del programma delle celebrazioni». Lamberti ha voluto anche ricordare che «Livorno non è una città intollerante o violenta come qualcuno vuole dipingerla in queste ore». «Io ho subito un aggressione fascista a Piacenza – ha concluso – e non ho ricevuto alcuna solidarietà da uomini di governo. Per cui voglio dire a Matteoli, del quale non mi sono piaciute le dichiarazioni di ieri quando ha detto di aver sempre combattuto la sinistra livornese democraticamente, che anche noi abbiamo sempre fatto altrettanto con i nostri oppositori, governando questa città con il consenso dei cittadini e con il responso favorevole delle urne». Condanna per le violenze «ad alcune sedi politiche» sono state espresse anche dal vescovo livornese Diego Coletti e dal vicario generale della Diocesi, Paolo Razzauti, che le hanno definite «gesti inqualificabili opera di una minoranza che ha colto l’occasione per esprimere i propri istinti peggiori, macchiando, in modo estremamente grave, quella che doveva essere una festa per tutta la città. I fatti prosegue il comunicato – risultano tanto più gravi perché si sono verificati in una circostanza favorevole, in cui la città aveva l’occasione di far emergere i valori più belli della propria gente. La ferma disapprovazione di quanto accaduto, evidentemente, non riguarda la stragrande maggioranza degli appassionati che hanno seguito le felici sorti della squadra di calcio con passione e secondo la tradizione di civiltà caratteristica dei livornesi». Mons. Coletti e mons. Razzauti esprimono anche «sconcerto per alcuni atteggiamenti plateali di denuncia o di presa di distanza dai provvedimenti delle autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico, provenienti da soggetti che, per il ruolo che rivestono, hanno la responsabilità di essere esempio di correttezza e di rispetto delle regole» e si augurano «che prevalga sempre la tolleranza per le diverse idee presenti nella nostra città».