Lettere in redazione
«Radio Maria» e l’enigma del dolore
Non si possono banalizzare il dolore, la sofferenza, la morte, l’ingiustizia, come doni di Dio; Dio è onnipotente cioè illimitato nell’Amore e pertanto la Sua volontà non può essere il male dell’uomo, e allora chi va a Medjugorje o a Lourdes o a Fatima forse è meglio che invochi e apprezzi la Sua tenerezza, la Sua partecipazione al dolore, accettando la Sua impotenza, né più né meno che come fa appunto un figlio con un genitore, un genitore che non ha certamente la volontà di dare al figlio dolore, sofferenza, ingiustizia, ma lo accompagna con tutto il suo amore, che è infinito e illimitato, nelle difficoltà della vita, nella malattia fino alla morte, in tutti drammi che rimangono comunque un mistero, un mistero doloroso e non liquidabile con una oppiacea «Volontà di Dio». Anzi, non potrebbe essere un’offesa involontaria certamente attribuire a Lui, Amore per definizione, una volontà evidente di «non Amore»?
Quanto ai religiosi «alla Zanotelli» o ai «cattolici appiattiti» sulla sinistra, forse sono espressioni e giudizi poco rispettosi, che alimentano davvero la divisione poiché contrastano con un atteggiamento di disponibilità fraterna ad accettare anche la bellezza di un pluralismo che, se interpretato positivamente, può far crescere il popolo di Dio (cioè la Chiesa quella vera) assai più che un’obbedienza passiva e ottusa ad un genitore/gerarca. D’altronde il popolo dei «non appiattiti» sulla sinistra non appare guidato da modelli «canonici» di vita cristiana.
La tua lettera, caro Luigi, manifesta su alcune prese di posizione di «Radio Maria», perplessità e pone interrogativi, a cui non mi sottraggo. Con una premessa, però, che del resto anche tu fai. Nessun giudizio negativo sul numeroso popolo di «Radio Maria» né sul fatto che è quotidianamente seguito, aiutato e accompagnato nella preghiera e sostenuto in quella che è per molti una condizione di solitudine o di malattia. Questo è un fatto che va sottolineato e apprezzato e che è merito grande di questa emittente radiofonica.
Le perplessità, anche forti, nascono quando si addentra in valutazioni squisitamente politiche che sono, sia ben chiaro, lecite, ma che una Radio cattolica deve, a mio parere, affrontare sempre con modalità e linguaggio consoni alla sua identità. Si può cioè e spesso si deve criticare anche fortemente la politica di un partito o di un governo e gli uomini che la attuano, ma sempre col massimo rispetto per le persone. Certe espressioni stonano, feriscono e dividono e sotto questo aspetto «Radio Maria» o meglio il suo direttore ci va giù pesante. E poi diciamolo con chiarezza non è così facile individuare chi «sono le teste del serpente demoniaco in Europa»… anche perché il Diavolo gioca certamente su più tavoli!
Lascia poi perplessi tu dici come «Radio Maria» spesso affronta «il problema del dolore e della sofferenza in genere, che non si possono banalizzare né semplicisticamente chiamare doni di Dio». L’enigma del dolore ce lo ricorda il Concilio è stato «illuminato» da Cristo che, assumendolo, gli ha dato un valore redentivo. Non è quindi maledizione o castigo, come ci ricordano le parole di Gesù che guarisce il cieco nato. Ma il dolore resta pur sempre un mistero, che ci attanaglia, soprattutto quando ed è vicenda di questi giorni colpisce i bambini.
Per questo la nostra vicinanza a chi soffre deve essere ricca d’affetto e parca di parole. Quando vogliamo tutto spiegare o tutto addolcire rischiamo di assomigliare agli amici di Giobbe.