Cultura & Società
Radicondoli per l’arte contemporanea
Seguirà il 18 luglio Boschetto sonoro – architettura musicale di Antonio Aiazzi e l’installazione sonora di Adelita Husni-Bey per il progetto Una boccata d’arte. Infine il video documentario a cura dello Schermo dell’arte Watermark di Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky.
Il tutto nello straordinario patrimonio paesaggistico ambientale che circonda Radicondoli, in luoghi ricchi di fascino architettonico e di memorie come gli ex lavatoi, la terrazza che dal Comune si apre sulla vallata intorno al paese, l’antico e dimenticato boschetto del pianetto, e altri luoghi fuori e dentro il paese, sperimentando anche nuove forme di comunicazione e di rapporto con lo spazio.
L’intento del Comune di Radicondoli – in maniera parallela e complementare al festival di teatro, musica e danza oramai consolidato a livello nazionale che proseguirà fino al 31 luglio con un ricco programma di teatro, musica, danza e live performance – è di valorizzare anche attraverso l’intervento artistico alcuni luoghi che per motivi diversi nel corso degli ultimi anni sono stati dismessi o male utilizzati e rivitalizzarli in una nuova dimensione in rapporto con la comunità.
Sono stati così selezionati lavori che sono espressione artistica del cambiamento contemporaneo facendo diventare il territorio di Radicondoli uno spazio privilegiato per il dialogo interculturale e intergenerazionale. Un luogo dove si compie una osmosi tra artisti e comunità, in una forma di antico rito collettivo, tra la festa popolare e la performance.
ore 17.30 Palazzo Bizzarrini
Come complicarsi la vita e guardare le nuvole
mostra collettiva di Simone Gori e Antonello Ghezzi
Una nuvola è anche un’isola, è un posto dove si vorrebbe andare, nascondersi e volteggiare. È un tappeto volante e un’astronave, un nascondiglio, un cuscino dove atterrare. È tutto quello che la nostra immaginazione potrà vedere e se la immagini c’è, se la disegni la porti con te ma se la perdi la vorrai ritrovare e questo continuo immaginare, sperare, sognare e amare è tutto un sistema per complicare, complicarci la vita sì, ma è quello che per fortuna si continua a fare.
a seguire:
Installazione di Simone Gori
Vedere me in te – Installazione di Antonello Ghezzi
Esiste un posto misterioso ed evocativo a Radicondoli dove sembra di sentire nel silenzio un vociare antico. I lavatoi sono stati un luogo di condivisione, di amicizia, dove le relazioni umane si intrecciavano nel quotidiano, con le mani nell’acqua e gli occhi che si guardano.
Nel libro “Alcibiade primo”, Platone racconta di un dialogo tra il suo maestro Socrate e il politico Alcibiade. Riflettono sull’iscrizione “Conosci te stesso” inscritta nel Tempio di Delfi e sul suo significato da cui scaturisce una riflessione preziosa che ci parla ancora, forse più forte di prima.
Vedere me in te è una installazione artistica site-specific, un portale di specchi, incastonato negli spazi dei lavatoi, che riporta le parole: Se uno, con la parte migliore del suo occhio guarda la parte migliore dell’occhio dell’altro, vede se stesso. Esorta a guardarsi nell’altro e riconoscersi.
Boschetto sonoro – architettura musicale a cura di Antonio Aiazzi
Antonio Aiazzi, tastierista, storico fondatore del gruppo rock Litfiba, lavora da tempo su percorsi sonori di ricerca fra musica classica e contemporanea con particolare attenzione al contesto ambient.
Dopo il successo di Manufactured Landscapes (2006) la pluripremiata filmmaker Jennifer Baichwal e il noto fotografo canadese Edward Burtynsky tornano a lavorare insieme a un travolgente progetto cinematografico sulla complessa relazione tra l’essere umano e l’acqua.
Lo schermo dell’arte è un progetto internazionale dedicato a esplorare e promuovere le relazioni tra Arte Contemporanea e cinema attraverso un Festival cinematografico annuale (che da diversi anni si svolge a Firenze), attraverso l’attività di promozione di artisti che lavorano con le moving images e con le nuove tecnologie.