Vita Chiesa
Radicofani, torna l’antica processione del Venerdì Santo
A Radicofani sono in pieno svolgimento i solenni festeggiamenti della Settimana santa, che qui esprime suggestioni uniche, con antichi riti. Tra questi spicca la processione del Venerdì santo che, secondo uno dei più autorevoli siti turistici mondiali, Skyscanner, si trova al settimo posto tra quelle più belle d’Italia, rappresentando tra l’altro la pratica più antica dell’intera Toscana. Ogni volta richiama una grande attenzione, anche da parte delle tv nazionali. E quest’anno, potrà essere seguita in diretta streaming sul sito del Comune (www.comune.radicofani.si.it).
Il crescente successo, tuttavia, non cambia l’atteggiamento degli abitanti di Radicofani, che esprimono il proprio spirito religioso mantenendo vive vecchie tradizioni. I protagonisti di queste pratiche pie sono le confraternite, che hanno il compito di organizzare e svolgere rituali unici nel loro genere. Tutto inizia la domenica delle Palme con la messa e la benedizione dei ramoscelli d’ulivo. Ma è durante il triduo pasquale che, questo suggestivo borgo medievale, ospita uno dei migliori cortei sacri del nostro Paese.
Il Giovedì santo viene celebrata la messa in Coena domini (ore 20,30) nella chiesa di San Pietro. Tutta la funzione si svolge attraverso una rappresentazione simbolica dell’Ultima cena, in cui i dodici rappresentanti delle confraternite di Misericordia e Santissimo sacramento insieme a quella di Sant’Agata, impersonano con le loro vesti storiche gli apostoli di Gesù. Qui (ore 21,30) inizia la processione detta «buia». Gli scalzi incappucciati portano una massiccia croce e seguiti dagli apostoli, percorrono in preghiera le vie del paese. Infine si rientra in San Pietro per l’adorazione al Santissimo, che durerà tutta la notte.
Il pomeriggio del Venerdì santo, nella chiesa di Sant’Agata, iniziano le «tre ore di agonia di Gesù», una pia pratica introdotta dai gesuiti, effettuata a Radicofani dal 1784. Il rito si svolge in realtà in due ore, tra meditazioni, canti corali e letture sulle sette parole che Gesù disse dalla croce. I confratelli chiedono perdono per i loro peccati di fronte a una ricostruzione del Calvario unica: è una quinta di bosso intrecciato, alta circa sette metri con sopra le tre croci e tante piccole lampadine, che dagli anni Novanta hanno sostituito, per motivi di sicurezza, più di duecento lumini ad olio.
In San Pietro (ore 20,30) viene celebrata la Liturgia con la lettura della Passione, lo scoprimento e il bacio della croce da parte dei fedeli. Alla fine del rito parte la famosa processione pasquale. Il lunghissimo corteo sacro è accompagnato dalla banda musicale. Le vie del centro sono illuminate dal fuoco delle torce. Gli scalzi incappucciati portano la croce e i lampioni, le confraternite i propri stendardi, la statua di Gesù morto e della Maria addolorata. Il parroco e tutta la popolazione pregano, e recitano le stazioni della Via crucis. La processione termina nella chiesa di Sant’Agata dove, davanti al Calvario illuminato, i membri delle confraternite compiono a turno l’adorazione alla statua di Gesù morto, mentre il coro intona il miserere.
Nel pomeriggio del Sabato santo, un altro momento molto atteso, specialmente dai bambini, è la benedizione delle uova pasquali. Le celebrazioni si concludono la mattina di Pasqua, con la messa.