Sconcerto viene espresso dai missionari saveriani della Repubblica democratica del Congo in seguito ad un documento degli esperti dell’Onu, di cui si è avuto notizia la settimana scorsa, nel quale due missionari italiani (padre Piergiorgio Lanaro e padre Franco Bordignon) vengono accusati di essere finanziatori dei guerriglieri hutu. Questo documento precisano i missionari saveriani che operano in Congo, in un testo lunghissimo a difesa dei confratelli firmato a Bukavu il 29 novembre – di natura strettamente confidenziale e non destinato all’uso pubblico, – strictly confidential, not for dissemination’, come recita fin dalla sua prima pagina – inspiegabilmente è stato già messo nelle mani di tutti i mass media internazionali, togliendo alle legittime istanze la competenza della verifica di eventuali accuse per trasferirla alla pubblica piazza mediatica dove ogni accusato è già per se stesso colpevole. I religiosi denunciano quindi la sommarietà, l’imprecisione e quindi la falsità tendenziosa di questo rapporto e dell’interpretazione delle cosiddette prove apportate. I missionari saveriani che operano in Congo smentiscono punto dopo punto le varie accuse ai confratelli e gli inganni di cui sono stati vittima, anche tramite un sedicente prete italo-americano in merito ad aiuti finanziari ai ribelli. Insomma, mettendo insieme le cose affermano i missionari -, ci riteniamo autorizzati a concludere che gli esperti dell’Onu si sono fidati di e-mail ottenute in malo modo, senza verificarne l’esattezza del contenuto. I missionari del Congo chiedono che l’intervento di persone competenti e preoccupate della verità possa chiarire definitivamente la natura di tutte le accuse rivolte contro i nostri confratelli, in vista di ristabilirne l’onorabilità che questo rapporto pretende compromettere. Anche perché, concludono, tali accuse fantasiose possono mettere a rischio l’incolumità stessa dei confratelli accusati e non solo, oltre che condizionare la loro opera in favore dei più deboli. Non basta accusare chi da anni, senza nessun fine politico o interesse personale e a volte a rischio della sua stessa vita, cerca di sollevare con i poveri mezzi a disposizione l’enorme sofferenza di intere popolazioni del Congo, per coprire il fallimento della costosa missione dell’Onu con i suoi intrallazzi e alleanze.Sir