Negli interventi di Benedetto XVI la parola emergenza accostata all’educazione sta a significare la gravità e acutezza della crisi, di cui è ormai diffusa la consapevolezza e che richiede una risposta non rinviabile. Intervenendo in mattinata a Roma al nono Forum del Progetto culturale su L’emergenza educativa. Persona, intelligenza, libertà, amore, il card. Camillo Ruini ha ricordato anzitutto le molteplici indicazioni giunte di recente dal Papa sul tema, il quale presenta uno stretto legame con l’argomento degli Orientamenti pastorali Cei per il prossimo decennio 2010-2020. Ruini ha tenuto a precisare però che accanto alle difficoltà esistono non pochi aspetti e fattori positivi, per cui, anche in ambito educativo, non è il caso di indulgere a un globale e unilaterale pessimismo. Tra le idee-forza segnalate nelle sue riflessioni, con molteplici richiami al Papa e numerose citazioni di autori contemporanei, Ruini ha segnalato che Benedetto XVI nei suoi interventi sull’educazione, ha ricondotto l’emergenza educativa anzitutto al relativismo che permea la nostra cultura e vita sociale. Il cardinal Ruini, intervenendo al Forum del progetto culturale, ha affermato che tra relativismo e nichilismo esiste una stretta parentela ed è diffusa nell’aria la convinzione che anzitutto ad essi risalgano le difficoltà dell’educazione, oltre che i più profondi motivi di inquietudine e di crisi della civiltà a cui apparteniamo. Il suo intervento si è quindi concentrato sulla mutazione del concetto di uomo che di fatto sta avendo luogo, sebbene non sia ancora avvertita come tale dalla grande maggioranza della popolazione. Per il prelato, se cambia il nostro concetto di uomo, e a maggior ragione se dovesse cambiare, in virtù delle applicazioni della tecnoscienza al soggetto umano, la realtà stessa dell’uomo, muta necessariamente anche il concetto di educazione, il cui fine è propriamente la formazione della persona umana. Da ciò entrerebbero in crisi, o comunque in grande movimento, i fondamentali parametri educativi. I segni e le cause di questa mutazione del concetto di uomo sono in realtà facili da individuare, ha spiegato l’oratore. Si tratta anzitutto di una certa interpretazione dell’evoluzione cosmica e biologica, per la quale il soggetto umano non sarebbe altro che un risultato dell’evoluzione stessa.Tra le cause dei mutamenti del concetto di uomo, il card. Ruini ha ricordato anche la tendenza delle scienze empiriche a considerare l’uomo come un oggetto, come tale conoscibile e misurabile attraverso le forme dell’indagine sperimentale. Un approccio certamente legittimo, anzi indispensabile per il progresso della conoscenza e della cura di noi stessi, ad esempio per la cura delle malattie fisiche e mentali. Quando però ha avvertito Ruini – si considera quella scientifica come l’unica forma di conoscenza del nostro essere si finisce con il negare che l’uomo sia anzitutto e irriducibilmente soggetto il quale, proprio nella sua intrinseca e ineliminabile soggettività, non può mai essere totalmente oggettivato e conosciuto in maniera adeguata attraverso le scienze empiriche. Nel suo intervento, il cardinale ha ricordato la leadership culturale assegnata oggi al mondo delle scienze, i cui progressi non possono essere arrestati, e nemmeno lo devono, dato che rappresentano un’importante espressione di quelle potenzialità che sono intrinseche all’intelligenza dell’uomo, creato a immagine di Dio. Ruini ha però puntualizzato: Ciò non significa che tutto quel che è tecnicamente possibile debba essere attuato.Il cardinale Camillo Ruini ha invitato i cristiani a cercare nelle fonti stesse della fede, a partire dunque dalle Sacre Scritture, le indicazioni per una presenza consapevole e costruttiva nel mondo delle scienze, della cultura e dell’educazione. Per evitare derive in tali ambiti, il card. Ruini ha segnalato l’urgenza dell’educazione della persona: La qualità dell’educazione ha molto da guadagnare se non si accontenta di orizzonti limitati ma punta alla formazione di soggetti capaci di farsi carico delle grandi problematiche che riguardano il presente e il futuro dell’umanità. Ruini ha osservato che gli interventi sull’educazione di Benedetto XVI hanno un fondamentale tratto comune. Legano cioè la proposta educativa direttamente a quelle istanze e a quei bisogni che sono costitutivi del soggetto umano. Fra questi, figurano il bisogno di essere accolti e amati, per poter a propria volta accogliere e amare, il bisogno di conoscere e di capire, il desiderio di libertà e del suo essenziale rapporto con la responsabilità. Collegare dunque l’educazione ai fondamentali parametri antropologici è profondamente attuale, se vogliamo assicurare all’educazione stessa quello spessore, e quel fascino, senza i quali la formazione della persona rimane fragile e oserei dire posticcia.Sir