Cultura & Società

Quello che Michelangelo vuole dirci con la Pietà

Venerdì 14 giugno nella cattedrale di Firenze la lettura con Sergio Rubini. Una serata in omaggio al cardinale Betori

Poche opere d’arte sono capaci, quanto la Pietà Bandini, di raccontare una storia. Quando ammiriamo questo gigantesco gruppo marmoreo, approdato dopo varie vicende nel museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze, non vediamo solo l’incredibile bellezza che la mano di Michelangelo era capace di ricavare dalla pietra. Contempliamo anche quella verità che l’artista, ormai vecchio e sofferente, riteneva di aver raggiunto, in mezzo a mille tormenti, e che voleva trasmettere.

Di tutto questo parla «Pietà. La notte di Michelangelo», il testo di Riccardo Bigi che venerdì 14 giugno alle 21 verrà letto nella cattedrale fiorentina. A dare voce al racconto sarà Sergio Rubini, attore e regista tra i più celebri e apprezzati d’Italia. Una serata in omaggio al cardinale Giuseppe Betori: l’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria qui

Ha già passato i settant’anni, Michelangelo, quando si mette a scolpire questo blocco di marmo nella sua casa romana. Il soggetto è semplice: una rivisitazione della Pietà che aveva già scolpito tanti anni prima, poco più che ventenne. Era stata l’opera che lo aveva reso celebre. Adesso alla figure di Cristo e di Maria aggiunge la Maddalena e un vecchio barbuto, che gli interpreti ci dicono essere Nicodemo. A lui, Michelangelo attribuisce le proprie fattezze. Cosa voleva comunicare l’artista? Perché si dedica con tanto accanimento su quest’opera, che nessuno gli ha commissionato? Perché sceglie di porre, in questo soggetto sacro, il proprio autoritratto?

La Pietà del museo del Duomo di Firenze è una delle opere che meglio rappresentano l’umanesimo cristiano, e fu scelta tra i simboli del Convegno ecclesiale nazionale che nel 2015 portò a Firenze papa Francesco. Per questo l’Opera di Santa Maria del Fiore, Toscana Oggi e Radio Toscana l’hanno scelta adesso per ringraziare e salutare il cardinale Giuseppe Betori. Una serata che precede poi la Messa di saluto alla diocesi, domenica 16 giugno alle 17. Otto giorni dopo, il 24 giugno, festa di San Giovanni, in quella stessa cattedrale riceverà l’ordinazione episcopale il nuovo arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli.