Lettere in redazione

Quello che dicono e… quello che fanno i politici

I Vangeli non sono teneri con gli opportunisti della finta osservanza delle Leggi Divine, che ne danno però, nel privato, una palese controtestimonianza. «Ipocriti», «sepolcri imbiancati», «razza di vipere», sono alcuni degli epiteti con i quali si bollano tali soggetti, senza alcun riguardo per la rilevanza del personaggio. Esemplare la storia di Giovanni Battista, messo in catene e poi decapitato per avere pubblicamente denunciato il concubinato di Erode.

Egrave; per questo che suscita diffidenza la disinvoltura di chi, ancora oggi, fra un inchino e un baciamano al Papa, si proclama «in perfetta sintonia con gli insegnamenti della Chiesa in materia di famiglia» e altro, pur essendo, nella vita privata, in base agli stessi princìpi con i quali si è «in perfetta sintonia», un pubblico concubino, in quanto allegramente divorziato e risposato, con prole dalle differenti compagne di letto, e, magari, anche un po’ donnaiolo. E ancor più suscita perplessità il silenzio di piombo di tutta la Chiesa Cattolica riguardo a contraddizioni così evidenti, e anche un po’ irridenti, nei fatti, degli stessi insegnamenti ai quali si rende un omaggio soltanto di comodo, accompagnato da un che di viscido e servile nell’atteggiamento.

Questione di prudenza e opportunità, che consigliano di assecondare il potente di oggi nella pretesa di essere al di sopra nella legge, non solo umana, ma anche divina? È certo che, seguendo i parametri odierni, il Battista avrebbe potuto risparmiarsi il disturbo e la voce, mantenendo prudentemente e opportunamente «la testa sulle spalle».

Andrea Gori Prato

Chi fa vita politica si espone fatalmente al giudizio dei cittadini non solo per quanto afferma o opera pubblicamente, ma anche per la sua vita privata. Almeno per quegli aspetti che emergono dalle cronache dei giornali. E la mancata coerenza tra quanto si afferma di voler difendere – come la «famiglia fondata sul matrimonio» – e il proprio stile di vita, giustamente può alienarci le simpatie per un determinato uomo politico. È un po’ come acquistare una macchina usata: devi fidarti di chi te la vende. Però, per cortesia, fermiamoci qui. Il «Battista» era un profeta che per la sua testimonianza di vita poteva anche permettersi di tuonare contro Erode e la sua amante. Chi si sente al suo pari… faccia pure. Ma agli altri consiglio moderazione, perché poi nella vita di errori ne facciamo tutti, santi compresi.

Del resto la «Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica», pubblicata il 24 novembre 2002 dalla Congregazione per la Dottrina della fede, richiama sì i politici cristiani alla coerenza con la propria fede, ma non tanto sul piano delle scelte di vita personali. Si insiste piuttosto sulla necessità di non cedere al «relativismo etico» oggi imperante nelle società occidentali e di non appoggiare leggi o decisioni che vadano contro la persona umana. «La coscienza cristiana ben formata – si afferma nel documento, firmato dal cardinale Ratzinger, allore Prefetto della Congregazione – non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti».

Certo, come cristiani possiamo avere il rimpianto della coerenza di vita di politici come Alcide De Gasperi o Giorgio La Pira e diffidare di chi, con troppa disinvoltura, si vuol ergere a difensore della Chiesa, per il proprio interesse. Ma quello che conta poi, sono le scelte concrete che i politici fanno. Se dicono di difendere la famiglia e non la tutelano sul piano fiscale, non la aiutano con politiche della casa e del lavoro, non la sostengono con servizi per i figli, i disabili e gli anziani, conta poco che quei politici in casa siano, poi, dei buoni mariti o delle brave mogli.

Claudio Turrini