Opinioni & Commenti
Quella stella che ci guida a Betlemme e negli incontri della vita
«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti per adorarlo» (Matteo 2, 2): così chiedono i Magi nel loro cammino verso Betlemme.
Il Natale, la gioia della nascita di Gesù nella città di Davide, è racconto di domanda e di ricerca. Natale è dove il Signore Gesù ti chiama a incontrarlo e a riconoscerlo.
Anche nel mio cammino verso il 25 dicembre di questo anno, la luce di questa stella, mi ha fatto incontrare alcune situazioni che hanno sapore di Betlemme.
«Abbiamo visto spuntare la sua stella»… e la si può intravvedere alla «Stella Maris», ospedale per i bambini con patologie del sistema nervoso e della mente. Le camere di questo Istituto custodiscono tanti volti: quelli dei bimbi che misteriosamente la vita ha segnato con la malattia; anche gli occhi di chi è più malato sembrano cercare i tuoi per stringere un legame, per dire una parola; si incontrano anche i volti dei genitori, segnati dal dolore, dallo smarrimento e insieme da una flebile speranza. Di certo è Natale alla Stella Maris, nei luoghi della sofferenza e della malattia, nella vita di ogni malato. È Natale per chi vive la sofferenza della malattia e per chi si fa loro accanto… Si sente…, qui nasce Gesù. Nell’incontro con ogni malato, soprattutto con i bimbi più fragili… «siamo venuti per adorarlo».
La stessa stella mi conduce in questi giorni all’incontro con tante famiglie, anche con gli amici. Mi è capitato di incontrarle negli ambienti parrocchiali, nella celebrazione dei sacramenti, ma soprattutto nel calore e nella familiarità della tavola che ospita e che diventa condivisione; e ci regale il sapore di Betlemme, casa del pane. Il cammino di Chiesa, la parola di papa Francesco in Amoris laetitia, ci conduce a incontrare la famiglia, a bussare alla porta di casa, a chiedere ospitalità; ci fa incontrare anche con le famiglie ferite, quelle che portano il peso di un precedente fallimento e ricercano ora un po’ di serenità; e ci sono le famiglie con l’allegria dei figli, così come quelle segnate da fatiche e talvolta dalla mancanza di lavoro… E la stella mi ha condotto anche in queste case. Si bussa, si entra, ci si siede a tavola… E di nuovo si può ripetere che nell’incontro con i volti di famiglia «siamo venuti per adorarlo».
Vedo risplendere il bagliore della stella anche nella telefonata di un amico, Talla, senegalese, musulmano. Mi cerca come amico, per raccontarmi del suo cammino e mai si dimentica di dirmi di salutare la mia famiglia. Lo conosco da anni… e ora ha un lavoro dignitoso e una bella famiglia in Senegal. Non manca mai di ricordarmi la sua amicizia, il suo rispetto e ammirazione per la nostra religione, la felicità di custodire le sue tradizioni. Nel volto di Talla vedo i tratti di tanti altri amici che arrivano dal Mediterraneo, cercano ancoraggio nei nostri porti, bussano alle nostre comunità, chiedono di essere riconosciuti e accolti nella loro umanità. Quella stella che mi guida sembra volermi raccontare che anche quel bambino nato a Betlemme era giunto da straniero, aveva trovato tante porte chiuse, eppure ha voluto venire al mondo per dirci che tutti siamo fratelli. Il volto di Talla e di tanti suo amici di nuovo mi parla di Betlemme e anche delle tragedie del nostro tempo e mi chiede di ripetere: «Siamo venuti per adorarlo».
Tutti noi possiamo seguire il correre di questa stella. È lei a portarci a Betlemme, a indicarci dove nasce Gesù, dove lo possiamo accogliere e adorare oggi, in questo Natale del 2018.
Caro lettore, dove ti conduce la stella? Dove sarà il tuo Natale quest’anno? Lasciati guidare… per poter dire con i magi: «Siamo venuti per adorarlo».
*Vescovo di San Miniato