Prato

Quella pornografia sotto gli occhi di tutti

di Gianni RossiSappiamo di vivere in un mondo in cui non tutti condividono certi valori e non vogliamo tenere i nostri figli in una campana di vetro, ma in queste settimane, portando i bambini a scuola, ci ritroviamo di fronte a gigantografie di donne nude in atteggiamento provocatorio che pubblicizzano incontri con porno-star e balli erotici. È solo pubblicità? Forse, ma di una “merce” che per i nostri figli in televisione avrebbe il bollino rosso. O forse il bollino rosso di questi cartelloni si è trasformato in minuscole stelline sui capezzoli di queste signorine?»Undici famiglie hanno preso carta e penna e hanno scritto al nostro settimanale per esprimere il disagio che da settimane avvertono nel transitare in auto davanti ai furgoni pubblicitari – perlopiù presso il museo Pecci – che reclamizzano locali erotici e siti internet pornografici. Un fenomeno che si sta sempre più diffondendo, segno evidente di un mercato dove la domanda cresce. Non è un caso che un noto locale della piana pratese si sia di recente trasformato in un night a luci rosse.Ma il problema che la lettera solleva e che tanti pratesi si stanno ponendo in queste settimane è un altro: i contenuti, sempre più espliciti, di queste pubblicità sono leciti? È chiaro che si tratta di messaggi regolarmente autorizzati dalla Sori, la società partecipata dal Comune che ha la competenza sulla pubblicità. Ma perché quel che è vietato in televisione – almeno nelle fasce protette, si chiedono le famiglie – non lo è ad un incrocio stradale?«È indubbio – spiega il prof. Leonardo Bianchi, docente di diritto dell’informazione all’Università di Firenze – che il confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è in una materia del genere, anche da un punto di vista giuridico è sempre più labile. In Costituzione l’unico limite in materia di comunicazione è quello del buon costume, interpretato dalla giurisprudenza costituzionale come tutela del pudore sessuale, soprattutto nei confronti dei minori. Un limite – spiega il docente – che rileva nel momento in cui il messaggio viene comunicato. In via preventiva è prevista soltanto la censura cinematografica, per la pubblicità non sono previste verifiche previe dei contenuti». Dunque, cosa è possibile fare? L’assessore alla polizia municipale Massimo Carlesi allarga le braccia: «La normativa attuale non ci consente di intervenire se non laddove la pubblicità sia di ostacolo alla sicurezza stradale. Se poi un furgone sosta in un’area privata non possiamo fare niente. Oltretutto l’azione del Comune rischia, come già in altri casi, di trovarsi sotto la spada di Damocle dei ricorsi al Tar».Il regolamento comunale sulle affissioni, effettivamente, non è per niente chiaro al riguardo. All’art. 14, parlando dell’imposta sulla pubblicità, si fa un indiretto riferimento alla «difformità a leggi o regolamenti». Ma è l’art. 12 che, a giudizio del prof. Bianchi, offre uno strumento di intervento al sindaco, laddove si parla di «rimozione del mezzo pubblicitario, ordinata dall’Amministrazione comunale per sopravvenuti motivi di pubblico interesse prima della scadenza del termine stabilito nell’atto di autorizzazione». Spiega l’esperto: «“I sopravvenuti motivi di pubblico interesse” costituiscono un caso ampio e indefinito in cui sicuramente la discrezionalità dell’Amministrazione può ravvisarvi anche le fattispecie di offesa al pudore sessuale, in difesa dei minori. La proprietà privata dell’area su cui insiste il furgone non mi pare che possa costituire un ostacolo». Resta in ogni caso, benché sia molto più complessa, la via giudiziaria, con una denuncia all’autorità giudiziaria per offesa al buon costume. «Ma il primo passo che i cittadini potrebbero fare – spiega ancora Bianchi – è quello di esercitare il diritto di accesso per andare a vedere direttamente gli atti e verificare che tipo di autorizzazione è stata rilasciata. Un diritto questo di cui sono titolari, per esempio, le associazioni iscritte all’albo regionale del volontariato che, per esser tali, risultano portatrici di un interesse giuridicamente rilevante».Il merito della lettera inviata al nostro settimanale è quello di sollevare un problema che in molti pensano sia ormai «irrisolvibile». Il Comune sta tra l’altro approntando il nuovo regolamento comunale sulle affissioni: potrebbe essere quella l’occasione per manifestare, con una chiara volontà politica, l’attenzione a temi che sono di grande importanza, particolarmente per i minori. Non dimentichiamo che, grazie al boom degli ultimi anni, intorno alla pubblicità esterna c’è un giro notevole di affari.