Opinioni & Commenti

Quel deficit di democrazia sostanziale e di vera partecipazione dei cittadini

di Giovanni Pallanti

I partiti politici dopo il ventennio fascista e la Seconda guerra mondiale hanno avuto in Italia tre grandi fonti ispiratrici: la Democrazia cristiana, il mondo cattolico e la dottrina sociale della Chiesa, il Partito comunista e socialista, la tradizione internazionalista, in versione italiana di Palmiro Togliatti, e le tradizioni riformista e massimalista che hanno rappresentato, sempre, le gioie e i dolori del Partito socialista. I partiti laici hanno avuto, con qualche eccezione, la loro formazione ideologica dal socialriformismo di Saragat e dalle logge massoniche con, in aggiunta, la tradizione garibaldina e risorgimentale del Partito d’azione.

Tutto questo è stato consunto da sessant’anni di storia repubblicana. Con la fine di questo ciclo articolato su queste forze politiche è finita anche la stagione del bipolarismo imperfetto, come ha più volte studiato e descritto il politologo Giorgio Galli, e con esso anche la vita democratica che c’era nei partiti antitotalitari (la Dc e i suoi alleati di governo: Psi, Psdi, Pri, Pli) che hanno avversato fino agli anni ’90 del secolo scorso la tradizione politica comunista e quella fascista rappresentata dal Msi che non bisogna dimenticare fu fondato da un gruppo di reduci della Repubblica di Salò.

Il sistema democratico nel Terzo millennio sembra ormai consolidato: i partiti ispirati alle ideologie totalitarie del Novecento si sono sentiti costretti a cambiare modus vivendi. La nascita dei nuovi partiti e in primis di Forza Italia ha determinato però una natura cesaristica della politica che ha influenzato quasi tutti i partiti che ormai vivono all’ombra di un leader più o meno prestigioso. L’attuale stagione politica conosce un deficit profondo di democrazia sostanziale e di vera partecipazione dei cittadini alla vita della Repubblica. Il Pdl (Forza Italia + Alleanza Nazionale + gruppuscoli camuffati da partiti) ha pochi problemi per la partecipazione dei militanti alla definizione della propria linea politica: decide tutto Berlusconi. Fino a che dura e gli elettori lo votano c’è poco da dire… Ma dopo? Cosa succederà dopo del Pdl che ha messo insieme tradizioni ideali tra di loro completamente diverse e dove l’onorevole Fini, già segretario del Msi, appare l’alfiere della democrazia?

Nel Partito democratico si è posto a fondamento della selezione della classe dirigente le cosiddette elezioni primarie. Prima domanda: la tradizione comunista e quella cattolico-democratica ereditata dal Partito popolare si sono amalgamate in modo tale da dar vita ad un nuovo soggetto politico? A seguire le vicende interne del Pd sembra di no. Sembra: in verità si assiste, anche in Toscana, ad uno strano fenomeno. Alcuni esponenti di tradizione cattolica, un tempo democratici cristiani, appoggiano ex dirigenti del Pci ed ex comunisti. Francamente non si denota, nel Pd toscano e nazionale, una originale elaborazione programmatica che metta insieme in modo corretto la tradizione socialista, a cui sembrano approdati gli ex comunisti, con il magistero sociale della Chiesa a cui dovrebbero ispirarsi i cattolici impegnati in questo partito come negli altri in cui essi militano. Per quanto concerne il tentativo in corso nel Pd il riferimento positivo potrebbe essere al Partito socialista francese di Mitterrand e Delors che oggi, però, conosce una forte eclissi politica.

Per questa ragione le primarie all’interno del Pd, pur essendo un esperimento positivo che sostituisce, in parte, la vita democratica all’interno degli organismi partitici, rischiano di essere solo uno scontro tra persone che hanno un unico obiettivo: strappare la candidatura al posto di sindaco o di presidente della Provincia. Mancano infatti progetti di ampio respiro ideale e programmi chiari e fattibili per combattere la crisi economica che investe l’economia mondiale. Certamente migliorare si può. Basta volerlo: anche se il tempo a disposizione sta quasi per scadere. Con grave danno per tutta la comunità regionale e nazionale.