Lettere in redazione
Quel Crocifisso lasciamolo dov’è
Raddoppiamo questa settimana lo spazio delle lettere. Ci è sembrato doveroso dare voce, in queste due pagine, ad alcuni dei tanti (semplici lettori, politici, professori…) che ci hanno scritto sull’ormai famigerata sentenza della Corte europea per i diritti umani a giudizio della quale «l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche comporta la violazione del dovere dello Stato di rispettare la neutralità nell’esercizio del servizio pubblico, in particolare nel campo dell’istruzione, violando il diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le loro convinzioni e il diritto di scolari di credere o non credere». Per quanto ci riguarda, oltre a condividere molti di questi scritti, rimandiamo alla lucida e autorevole analisi di Giuseppe Anzani (che è tra l’altro un magistrato) nell’editoriale di questa settimana (Senza la Croce non c’è storia né libertà. Per nessuno). Vedi anche: Tutti d’accordo sul Crocifisso, ma nelle nostre scuole è sparito di Pietro De Marco.
Dopo duemila anni la storia si ripete
Il Crocifisso deve essere «deposto» secondo il parere di una mamma super-apprensiva e di giudici europei all’altezza dei tempi! In un’epoca pullulante di mille problemi concreti che riguardano la vita della povera gente c’è chi può perdere tempo e impegnare energie in una battaglia per togliere il Crocifisso dai luoghi pubblici. È un fatto di libertà, di rispetto per tutti si dice; il Crocifisso può addirittura provocare «danno» psicologico e offesa. Ma non ci accorgiamo che la parte offesa è solo il Crocifisso se viene accantonato e con lui ogni uomo? In realtà il Crocifisso non è solo il simbolo di una fede ma lo specchio del dolore del mondo, il dolore di ogni uomo di qualsiasi razza, religione, credo, nazione, lingua. È un dato di fatto che l’uomo odierno non è più capace di sopportare la sofferenza né di vederla e perciò occorre eliminarne ogni possibile espressione. Perciò occorre rimuovere il Crocifisso. Peccato che siano di questo parere anche molti credenti che, in nome di un incomprensibile rispetto umano, rinnovano, dopo 2000 anni, il tradimento di Giuda che ha svenduto Gesù. La storia si ripete!