Opinioni & Commenti

Quel bisogno di riconciliazione anche all’interno del mondo cattolico

di Andrea Fagioli

E’ davvero una bella idea quella del vescovo di Fiesole: una settimana di preghiera per la riconciliazione. «Le nostre comunità parrocchiali – scrive monsignor Luciano Giovannetti alla diocesi – sono state attraversate, in questi ultimi tempi, da non poche lacerazioni, che rispecchiano in gran parte la situazione ecclesiale di questo momento, specialmente riguardo al clima politico». È proprio vero: le legittime appartenenze dei cattolici a schieramenti politici diversi, anziché offrire l’opportunità di un confronto serio e responsabile, hanno dato luogo a personalismi, scontri, offese e «reciproche scomuniche», sull’esempio non certo edificante di quello che avviene ai vertici della politica, sulla stampa e alla televisione.

Di questo c’è da preoccuparsi, sia a livello generale che, soprattutto, a livello di mondo cattolico, anche perché, «senza la comunione ecclesiale – come spiega Giovannetti – viene meno la credibilità della testimonianza evangelica e la stessa partecipazione all’Eucarestia domenicale diviene inutile o perfino dannosa».

Le appartenenze con la a minuscola, come ama dire un altro vescovo toscano, monsignor Gastone Simoni, di Prato, fanno dimenticare l’Appartenenza con la A maiuscola.

Per i cristiani l’unità della fede, l’appartenenza alla Chiesa e la condivisione dei valori etici fondamentali dovrebbero contare più degli schieramenti politici. Purtroppo non è così. Le passioni che la politica suscita e la complessità delle situazioni concrete possono a volte condurre a delle incoerenze nel pensare e nell’agire, quando invece sarebbero necessari cristiani robusti e compatti capaci di reggere l’urto di una cultura diffusa che tende, con ogni mezzo, ad emarginare la Chiesa e rendere residuali i cattolici in Italia.

La stessa scriteriata rincorsa di tanti Consigli comunali toscani a dotarsi del registro dei testamenti biologici sta creando ulteriori spaccature tra i cattolici dei diversi schieramenti, ma anche, in alcuni casi, tra le gerarchie ecclesiastiche e i cristiani impegnati in politica.

Sempre più pronti a strappare, abbiamo poi difficoltà a ricucire, mandando spesso al macero le cose buone fino a quel punto realizzate. È anche il caso di don Alessandro Santoro, il prete delle Piagge, alla periferia di Firenze, che ha voluto a tutti i costi «strappare» (fornendo così tanta materia prima ai giornali locali) celebrando un matrimonio di cui lui stesso era consapevole che non avrebbe avuto nessun valore canonico. Eppure a don Alessandro vengono riconosciuti non pochi meriti, soprattutto nella promozione umana e nell’attenzione agli ultimi.

C’è dunque un bisogno reale di riconciliazione, è necessario abbassare la voce, farsi umili, cercare e favorire il dialogo, tornare a ragionare, a riflettere, a confrontarsi senza steccati e senza pregiudizi. La settimana che si conclude questa domenica in diocesi di Fiesole dovrebbe essere di esempio per tutti e aprire una nuova fase nei rapporti tra i cattolici anche nella nostra regione.