Lettere in redazione
Quei messaggi atei sugli autobus di Genova
Sono pronto anche ad essere annoverato tra i cattolici oscurantisti, difendendo in modo inequivocabile il diritto al rispetto del mio credo religioso, come «valore non negoziabile», e dinanzi all’ipotesi, spero ormai tramontata, che nella città di Genova si possa permettere la circolazione di autobus recanti scritte triviali che inneggiano all’ateismo, invoco interventi delle autorità pubbliche preposte, perché questo scempio annunciato ci venga risparmiato.
L’ateismo è legittimo, al pari della professione di qualsiasi culto, così come ne reputo parimenti accettabile il proselitismo, ma solo in forme che non costringano a conviverci nostro malgrado.
Diffondere uno spot in favore dell’ateismo su un qualsiasi organo di stampa che accetta inserzioni pubblicitarie a pagamento che non impegnano la redazione , non è la stessa cosa che permettere che si faccia il giro della città con mezzi pubblici che inneggiano all’ateismo.
La campagna ateista che doveva partire nei giorni scorsi a Genova viene da Oltremanica. Da qualche settimana sui vagoni della metropolitana e su 200 autobus londinesi, e su altri 600 bus di Inghilterra, Scozia e Galles, campeggia infatti la scritta: «Probabilmente Dio non esiste. Smettete di preoccuparvi e godetevi la vita». La campagna, finanziata dall’Associazione umanisti britannici (Bha), è poi sbarcata anche in Spagna, a Barcellona, mentre a Genova ha subìto uno stop per il «no» della IGPDecaux che ha la gestione degli spazi pubblicitari sugli autobus cittadini dell’Atm. Qui il messaggio era un po’ diverso e francamente ancora più rozzo: «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno». E la concessionaria ha avuto gioco facile a rifiutarla perché violava il Codice di autodisciplina pubblicitaria in quanto «lesiva delle convinzioni religiose delle persone».
Detto questo, capisco lo sconcerto di tanti per messaggi del genere, ma credo non ci si debba allarmare più di tanto perché alla fine saranno solo degli autogoal di chi si professa ateo. Intanto per l’idea che chi crede in un Essere superiore (giacché la campagna non ha di mira i cristiani, ma tutti i credenti in un Dio) abbia poi una vita triste. Giustamente, come ha osservato in un comunicato stampa l’arcidiocesi di Barcellona «la fede nell’esistenza di Dio non è motivo di preoccupazione e nemmeno ostacolo per godere onestamente della vita, bensì è solido fondamento per vivere la vita con un atteggiamento di solidarietà, di pace, e con senso di trascendenza».
E poi, quei messaggi sono davvero «deboli». E alla fine, contrariamente alle intenzioni dei loro ideatori, rischino di giovare «alla causa di Dio», scuotendo tante persone dall’indifferenza e rimettendo in moto la testa e il cuore dell’uomo. Quel cuore che scriveva un appassionato Sant’Agostino non ha pace finché non riposa in Dio.