CENTROSINISTRAPrima giovanissimo professore ordinario di matematica, successivamente rettore dell’Università di Pisa e presidente della Conferenza nazionale dei rettori italiani, poi senatore della Repubblica eletto nelle elezioni suppletive del 2002 nel collegio di Pisa. Un curriculum di tutto rispetto quello di Luciano Modica, 56 anni, sposato, padre di due figli, candidato alla prossime elezioni politiche nelle file dei Ds per il Senato. Tanto che per gli addetti ai lavori, in caso di vittoria del centrosinistra, potrebbe aspirare ad un posto di primo piano nel governo di Romano Prodi.1) Il mio primo impegno a livello nazionale sarà il rilancio delle politiche del sapere: formazione a tutti i livelli e per tutte le età, ricerca sia libera che finalizzata, innovazione a tutto campo, attenzione ai beni culturali. Poiché Pisa è una città particolarmente legata ai temi della conoscenza e della cultura, penso che ogni atto di rilancio di questo settore non potrà che rilanciare anche e particolarmente la nostra città. In particolare penso che siano ormai maturi i tempi perché si possa realizzare un mio vecchio progetto, quello di avere a Pisa un distretto tecnologico nel campo del software. 2) È indubbio che Pisa possegga un vero e proprio sistema universitario locale d’eccellenza e che vi si formino attualmente un numero di giovani molto preparati maggiore di quello che il sistema produttivo del territorio può assorbire. Forse è anche naturale che sia così nel senso che Pisa ha giocato sempre, e speriamo giocherà anche nel futuro, il ruolo di un centro di rilevanza nazionale e internazionale per l’alta formazione. È altrettanto vero però che il blocco delle assunzioni negli enti di ricerca e la riduzione delle risorse finanziarie alle università ha portato Pisa a perdere intere generazioni, o quasi, dei giovani più brillanti. Nel campo della ricerca pubblica, quindi, occorre sbloccare le assunzioni al più presto. Per i settori lavorativi fuori del mondo della ricerca pubblica, mi sembra che Pisa dovrebbe caratterizzarsi sempre più come sede di imprese innovative e ad alta tecnologia, in modo da sfruttare appunto la disponibilità di persone giovani molto ben preparate dall’Università di Pisa.3) Mi sembra che i dati nazionali attualmente disponibili mostrino che la legge Biagi non abbia sortito gli effetti sperati dal governo. Ad esempio nel 2005 i posti di lavoro sono diminuiti di 102mila unità, quindi onestamente mi sembra difficile parlare di sblocco del mercato del lavoro. In più la legge Biagi, moltiplicando all’infinito le tipologie di lavoro precario, ha finito col deprimere fortemente le aspettative di lavoro dei giovani, a pochissimi dei quali è stato possibile accedere a forme di lavoro stabile e soddisfacente. Questo è forse il dato sociale e culturale più significativo: si è diffusa una mancanza di fiducia nel futuro che sta minando la crescita dell’Italia e sta alimentando le preoccupazioni di milioni di uomini e donne giovani e delle loro famiglie. 4) Servono innanzitutto politiche e non interventi spot. Servono leggi sociali serie e durature, non bonus o regalie una tantum. Sosteniamo intanto le famiglie con figli piccoli: invece che la lotteria dei buoni bebé inventati dal governo Berlusconi, apriamo asili nido per tutti coloro che li chiedono. Preoccupiamoci delle famiglie numerose o che si devono far carico di persone non autosufficienti con opportuni sgravi fiscali o tariffari. Aiutiamo le famiglie che non posseggono una casa, con serie politiche abitative pubbliche e regolarizzando il mercato degli affitti.CENTRODESTRAGianluca Soldani, fa parte della generazione dei trentenni, la nuova classe dirigente che si sta preparando a prendere in mano le redini del Paese. Non senza difficoltà: in Italia il ricambio generazionale non è poi così semplice; mentre basta guardare oltre i nostri confini per scoprire che da un’elezione all’altra, da un mutamento di management all’altro si verifica sempre un grande rinnovamentoSoldani, nato il 18 luglio del 1973, celibe senza figli, oggi è un «imprenditore di terza generazione», come si definisce lui stesso; attualmente è anche presidente dei giovani della Confcommercio di Pisa. Alle prossime elezioni politiche si presenta come candidato nelle liste dell’Udc per la Camera dei Deputati. Ecco le sue risposte alle domande di ToscanaOggi-Vita Nova.1) Viviamo in una città che non sa sfruttare il proprio potenziale; mi piacerebbe renderla una città più vivibile al passo con i tempi valorizzando tutto ciò che la contorna. Sono un sognatore? Forse, ma amo tantissimo la mia città: Pisa anticamente aveva un ruolo importante, e i pisani devono impegnarsi per fare sì che torni di nuovo ad avere il ruolo che si merita.2) Indubbiamente Pisa è diventata grazie alle sue università un motore di sviluppo in molti settori, dalla medicina alla tecnologia. Però ci sono anche altri aspetti innovativi molto interessanti: lo sviluppo della nautica con l’imminente costruzione del porto, o lo sviluppo dei servizi e la valorizzazione del turismo. Credo che queste iniziative possano dare buone prospettive di lavoro per chi vuole investire il proprio futuro nella nostra città.3) Per molti aspetti la legge Biagi ha contribuito a migliorare il mondo del lavoro. Purtroppo è stata troppo spesso criminalizzata dal centro sinistra: ma in un momento di difficile congiuntura economica è stata molto utile sia per le imprese che per i lavoratori. È vero che per i giovani c’è troppo precariato, ma è meglio un impiego a tempo determinato, mentre il mercato si stabilizza, che non lavorare per niente.La legge Biagi non deve essere modificata, ma deve essere approfondita, ci sono ancora molti aspetti da sviluppare, che daranno maggiore serenità alle imprese e ai lavoratori. Purtroppo l’artefice di questa legge non è riuscito a metterla in atto personalmente e ciò sarebbe stato un bene maggiore per tutti.4) La famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna è il nucleo su cui si fonda ogni società civile. L’Udc si fa portavoce di questo principio, offrendo anche aiuti concreti a quelle famiglie che si trovano a vivere in maniera più disagiata. Certamente bisogna far riprendere l’economia e offrire risorse economiche, strutturali e sociali alle famiglie che hanno particolari difficoltà. Bisogna far sentire loro forte la presenza dello Stato, offrendo aiuti concreti: ecco, questo è il compito di chi si fa portavoce di questo grande valore.