Vita Chiesa
Quaresima, Papa Francesco: smascherare i falsi profeti «incantatori di serpenti»
Incantatori di serpenti, ciarlatani, truffatori: sono i «falsi profeti», al centro del messaggio del Papa per la Quaresima (testo integrale), presentato oggi e dedicato ad un versetto del Vangelo di Matteo: «Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà». L’immagine di partenza: «Una grande tribolazione» in cui «potrebbe trovarsi la comunità dei credenti»: «Di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo».
Incantatori di serpenti. I falsi profeti sono come «incantatori di serpenti», che «approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro». «Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità! Quanti uomini e donne vivono come incantati dall’illusione del denaro, che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi e cadono preda della solitudine!».
Ciarlatani. I falsi profeti sono anche «quei ciarlatani che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci».Prime vittime: i giovani, ai quali «è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni ‘usa e getta’, di guadagni facili ma disonesti!». Senza contare quelli «irretiti in una vita completamente virtuale, in cui i rapporti sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso!». «Questi truffatori, che offrono cose senza valore, tolgono invece ciò che è più prezioso come la dignità, la libertà e la capacità di amare», ammonisce Francesco: «È l’inganno della vanità, che ci porta a fare la figura dei pavoni… per cadere poi nel ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro».
Il demonio e Dante. «Da sempre il demonio, che è menzognero e padre della menzogna, presenta il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dell’uomo». Nel ribadire questa verità, il Papa esorta ognuno di noi «a discernere nel suo cuore ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti», senza fermarsi alla superficie. Poi la citazione di Dante Alighieri, che «nella sua descrizione dell’inferno, immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio», che «abita nel gelo dell’amore soffocato».
Il dio denaro e il primato della vita. «Ciò che spegne la carità è anzitutto l’avidità per il denaro, radice di tutti i mali». Il dio denaro si tramuta in violenza che si rivolge contro «coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre certezze: il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese».
La terra, il cielo e il mare avvelenati. Anche il creato è testimone silenzioso di questo raffreddamento della carità: «La terra è avvelenata da rifiuti gettati per incuria e interesse; i mari, anch’essi inquinati, devono purtroppo ricoprire i resti di tanti naufraghi delle migrazioni forzate; i cieli – che nel disegno di Dio cantano la sua gloria – sono solcati da macchine che fanno piovere strumenti di morte». «L’amore si raffredda anche nelle nostre comunità», osserva Francesco citando l’Evangelii gaudium. Le cause: «L’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l’ardore missionario».
Preghiera, elemosina e digiuno. Sono le tre pratiche quaresimali che il Papa menziona al termine del messaggio come «rimedio» alla «mancanza di amore». «Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita!», l’auspicio di Francesco, che in Quaresima esorta ad essere generosi nella colletta per le Chiese e le popolazioni in difficoltà. Infine, l’appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà a pregare e digiunare insieme per scongiurare «il dilagare dell’iniquità del mondo», e l’invito a partecipare all’iniziativa «24 ore per il Signore», che il 9 e il 10 marzo vedrà aperta almeno una chiesa in ogni diocesi del mondo per permettere di accedere alle confessioni, in un contesto di adorazione eucaristica.» alla «mancanza di amore». «Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi, per cercare finalmente la consolazione in Dio», spiega Francesco: «Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita». L’esercizio dell’elemosina, prosegue il Papa, «ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio». «Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita!», l’auspicio di Francesco: «Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa».
A questo proposito, il Papa fa sua l’esortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità di Gerusalemme: «Si tratta di cosa vantaggiosa per voi». «Questo vale in modo speciale nella Quaresima, durante la quale molti organismi raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltà», l’appello. «Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lì c’è un appello della divina Provvidenza», il desiderio del Papa per la nostra vita quotidiana: «Ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere in generosità?». Il digiuno, infine, «toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita»: da una parte, osserva Francesco, «ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame».
«Vorrei che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontà, aperti all’ascolto di Dio». È l’appello con cui si conclude il messaggio del Papa per la Quaresima. «Se come noi siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!», l’esortazione di Francesco, che invita «soprattutto i membri della Chiesa a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima, sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera».
Testo integrale del messaggio del Papa