Quaresima come tempo privilegiato per riscoprire nella preghiera la condivisione dei beni con i bisognosi e la forza del silenzio, per contrastare il culto del corpo che caratterizza la nostra società e per superare la non distinzione tra tempo feriale e giorno di festa che ha solo accresciuto la sottomissione dell’uomo ai ritmi disumani del lavoro e del consumo. Per mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, la Quaresima non appare come la sottrazione di qualcosa, un ennesimo no’ detto ai desideri dell’uomo come accusano molti , ma, al contrario, un pieno sì’ alla vita e alla sua felicità. Nell’omelia delle Ceneri, ieri sera in cattedrale a Firenze, Betori ha richiamato alla centralità di Dio nella nostra esistenza per fare in modo che Dio torni ad essere una presenza riconosciuta e viva nello scenario dell’umanità. Ricacciato sempre più ai margini della vita dell’uomo, infatti, l’immagine di Dio per molti si è dissolta, tra l’indifferenza dei più e il tragico grido di trionfo di chi lo considerava una scomoda e irritante presenza. Senza Dio il mondo si è svelato un ambiente senza riferimenti in cui tutto è possibile. Da qui il richiamo all’esercizio di ascesi con il digiuno, la condivisione dei beni con i poveri, la riscoperta della preghiera che spinge a ritrovare parole che contano, la liberazione dalla sudditanza ai desideri del corpo.Sir