Pisa

Quanto costa la felicità?

di  Caterina Guidi

 Non si sono fatti scoraggiare nè dal match Irlanda-Italia, nè dal maltempo che ha colpito la città sabato sera: i giovani presenti alla Messa di inaugurazione dell’anno della Pastorale giovanile – nella chiesa della Sacra Famiglia in Pisanova – erano davvero tanti. Assieme a monsignor Giovanni Paolo Benotto hanno celebrato altri 12 sacerdoti. Presenti, al completo, i ragazzi del nostro seminario. Tema della serata – e dell’intero anno pastorale – è «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». «Quando siamo andati a fissare la data del 10 ottobre – ci aveva confidato don Claudio Bullo durante la fase preparatoria – ci siamo anche resi conto che la citazione apparteneva proprio al Vangelo di quella domenica: una coincidenza provvidenziale».Coincidenza che anche l’arcivescovo ha sottolineato all’inizio dell’omelia, per poi scendere subito nella profondità del testo evangelico. In primo piano c’è una domanda molto concreta: «quello che il personaggio (il brano di Marco parla solo di “un tale”; è Matteo a dirci che è un giovane) chiede a Gesù potremmo anche tradurlo così: “Maestro, che cosa devo fare per essere felice?”». La domanda, posta così, suona già diversa. Non occorre scomodare la depressione vera e propria – sempre in aumento specie fra i giovanissimi – per capire che a volte i ragazzi che frequentano le parrocchie e i gruppi hanno bisogno di una vera e propria iniezione di fiducia nella vita. E soprattutto hanno bisogno di linee guida per non perdersi. «La persona che interrogò Gesù – ha continuato l’arcivescovo – sapeva cosa fare, conosceva i comandamenti… oggi nel mondo giovanile le cose non stanno proprio così. La tendenza è a farsi guidare dal “mi piace”. Questa differenza è data dalla cultura in cui siamo immersi, che cambia i termini di giudizio».Nonostante la confusione nel sistema di valori è necessario tornare in se stessi per trovare la strada giusta: «Gesù risponde con una domanda: “perchè mi chiami buono?”. Ognuno di noi ha già dentro di sè le risposte alle domande più profonde. A volte vorremmo che Dio semplicemente confermasse ciò che noi già sentiamo. Ed è proprio questo che Gesù dice al suo interlocutore: “le risposte ce le hai, hai i comandamenti! Non cercarle fuori di te, perchè le sai già!”». Viene in mente una frase di Giovanni Paolo II ai giovani riuniti a Tor Vergata, nel 2000 : «è Cristo che cercate, quando sognate la felicità». Ma ci sono tante zavorre da abbandonare, per poter camminare spediti: «bisogna spogliarsi di tutto ciò che ci impedisce nel cammino – ha continuato monsignor Benotto – di tutto ciò che ci è di inciampo e non ci permette di restare vicini a Gesù, portandolo dentro di noi». Già, ma dove trovare la forza per fare il salto? «Nella Parola. Il nostro rapporto con Dio – iniziato già nel Battesimo – continua nell’ascolto profondo dei suoi insegnamenti, fiduciosi che a lui “tutto è possibile”». L’arcivescovo ha concluso con un invito: «a questa Parola datele un po’ di tempo ogni giorno! Basta poco: solo dieci minuti, anche quando costa fatica o vorreste far altro». Le occasioni comunitarie di preghiera per giovani non mancheranno. Prossimi appuntamenti in agenda: la Messa di apertura dell’anno scolastico il 22 ottobre, il ritiro spirituale il 28 novembre e il primo incontro della Scuola della Parola, mercoledì 2 dicembre.