Toscana

Quanto ci costano i politici

di Simone Pitossi

Costi incredibili per la politica regionale. «In Toscana la politica costa oltre 1,16 miliardi di euro all’anno, tra spese dirette e indirette. Il che significa che i circa 2,1 milioni di contribuenti toscani pagano a testa 541 euro all’anno per “mantenere”, a tutti i livelli (dalla Regione, alle Province ai Comuni) la complessa macchina amministrativa locale». In pratica, una cifra superiore a una pensione sociale e che corrisponde alla metà di uno stipendio mensile medio di un operaio. A lanciare l’allarme è la Uil Toscana in un convegno promosso dal sindacato «Meno soldi alla politica = più soldi per il lavoro» nell’ambito di una campagna lanciata a livello nazionale per la riduzione dei costi della burocrazia e della politica.

Secondo la ricerca del sindacato il funzionamento degli organi politici (e cioè Giunte e Consigli) di Regione, Province e Comuni «pesa» per 230 milioni di euro. Di questi 61,9 milioni servono per mantenere in piedi Giunta e Consiglio regionale, secondo quanto riportato nel bilancio 2011 (ma si tratta comunque del bilancio di previsione), in diminuzione del 27% rispetto al 2010, anno quest’ultimo in cui però sono state destinate risorse per il rinnovo del Consiglio (elezioni regionali).

Di questi 61,9 milioni servono per mantenere in piedi Giunta e Consiglio regionale, secondo quanto riportato nel bilancio 2011 (ma si tratta comunque del bilancio di previsione), in diminuzione del 27% rispetto al 2010, anno quest’ultimo in cui però sono state destinate risorse per il rinnovo del Consiglio (elezioni regionali). Le Giunte e i Consigli Provinciali nel 2008 (ultimo dato disponibile pubblicato dal sito del Ministero dell’Interno) sono costati oltre 33 milioni di euro, mentre per i 287 Comuni presenti in Toscana il costo è stato di quasi 135 milioni di euro, di cui 54 milioni per il funzionamento degli organi dei 10 Comuni capoluogo. Ma nel conteggio finale si deve considerare anche i 24.337 tra incarichi, consulenze negli enti pubblici, indennità e i gettoni di presenza nei vari Cda di enti e società partecipate. Quanto costano? Oltre 930 milioni di euro all’anno: quindi ogni incarico o consulenza in Toscana ha un importo medio di 38.328 euro. Ebbene, se a questa cifra si sommano i 230 milioni di euro che paghiamo per il totale di Giunte e Consigli  di Regione, Province e Comuni, ecco che si giunge agli oltre 1,16 miliardi di euro, ovvero il «prezzo» della burocrazia politico-istituzionale della Toscana nel suo complesso.

«Senza intaccare i costi della democrazia, che restano indispensabili, crediamo che ci siano i margini per ridurre tali costi, ad iniziare con indennità più sobrie per Presidenti di Regione e Provincia, Sindaci, Assessori e Consiglieri e procedendo al contempo a ridurne il numero, soprattutto dei Consigli – sottolinea il segretario della Uil Toscana Vito Marchiani –. Sarebbe anche doveroso ridurre anche il numero degli assessorati, molto spesso pletorici, di Regione, Province e Comuni e il numero delle commissioni consiliari. La Uil inoltre è contraria alla creazione delle unioni dei comuni, saranno enti inutili costosi e di intralcio e di conflitto con la programmazione dei singoli comuni. Mentre chiediamo rigore la Regione che non riesce a chiudere le APT, a ridurre gli ATO, continua a creare nuovi enti per moltiplicare le poltrone per altro personale politico».

Basterebbe contenere entro l’80% tali spese, per produrre in Toscana un risparmio di 108 milioni di euro. A cui si potrebbero aggiungere altri 54,6 milioni di euro di risparmi derivanti dalla semplice razionalizzazione di alcune funzioni non essenziali delle Province – anche se la Uil è da sempre per l’abolizione –, lasciando dunque inalterate tutte le altre funzioni e tutto il personale. Ed ulteriori 95 milioni di euro dall’accorpamento dei 135 Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, rendendoli 45 Comuni al di sopra dei 15 mila abitanti. Pertanto tra i 108 milioni di euro di risparmi dei costi della politica e i 149,6 milioni di euro dalla razionalizzazione dei livelli istituzionali, si potrebbero trovare risorse pari a 257,6 milioni di euro che equivalgono a 120 euro a contribuente che potrebbero azzerare il peso delle Addizionali Comunali IRPEF che per il 2010 ha prodotto un gettito per oltre 216 milioni di euro.

 

Fonte: Elaborazione Uil sui dati bilancio e certificati consuntivi.     Il dato della Regione è tratto dal bilancio di previsione 2010. L’indagine: Solo il 15% ha ancora fiducia nei partitiLa politica? Non interessa. Anche in Toscana crescono le difficoltà nel rapporto tra cittadini e politica. Il 70% dei toscani è lontano di partiti – era il 58% due anni fa – solo il 5% è iscritto, il 6% lo è stato in passato. Sono alcuni dati dell’indagine demoscopica realizzata dall’istituto Emg per conto dell’assessorato regionale alle Riforme istituzionali e alla partecipazione. Scopo dell’indagine mettere a fuoco il rapporto tra cittadini e istituzioni.

Un rapporto che non è proprio idilliaco se solo il 15% dei mille intervistati ha ancora fiducia nei partiti nazionali. Dato che cresce al 25%, sempre basso, ma è la conferma che a livello locale e regionale il rapporto tra cittadini e politica, anche se con molte difficoltà, è migliore di quello nazionale.

Scartati i partiti dove si indirizza la fiducia dei toscani? Ben l’85% ha molta o abbastanza fiducia nel volontariato, a conferma della ricchezza del tessuto associativo regionale, Molto alta la fiducia nel presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: l’82%. Poi viene la Chiesa (61%). Significativo il grado di fiducia nella Regione e nel proprio Comune: il 58% (poca, il 31%, per nulla il 9%).

Le primarie rappresentano l’innovazione degli ultimi anni per stimolare, è stato detto, la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Intento riuscito solo parzialmente visto che solo il 31% degli intervistati ha partecipato a primarie di partito o di coalizione.

Riguardo alla collocazione politica: il 36% si dichiara di sinistra o centrosinistra, il 16% di destra o centrodestra, il 10% di centro, ma ben il 33% dichiara di non riconoscersi in queste definizioni e il 5% rifiuta di rispondere. L’interesse per la politica è molto più alto della media (53%), tra chi si colloca a sinistra, scende a 40-42% per chi preferisce la destra, precipita all’11% tra chi rifiuta di collocarsi.

Come si comportano i toscani in cabina? Alle ultime elezioni regionali il 50% sapeva per chi votare molto prima della consultazione, il 26% qualche settimana avanti, il 13% gli ultimi giorni, il 10% –circa 300 mila elettori – ha deciso in cabina, al momento del voto. Tra chi non si colloca politicamente, la percentuale di chi decide all’ultimo momento, sale al 20%, e quella di chi decide nell’ultima settimana, sale al 18%.

Tra le fonti informazioni primeggiano le reti Rai (44%), il 30% guarda una rete Mediaset (24% Canale 5), il 10% La7. Il 32% degli intervistati legge i quotidiani tutti i giorni, il 48% usa abitualmente internet.

Ennio Cicali