Prato

Quando San Francesco venne a Prato a venerare la Sacra Cintola

Il recente viaggio di pace di papa Francesco ad Abu Dhabi nella penisola arabica ha suscitato meraviglia, commozione, speranza, fraternità e anche sorpresa. Un evento che si è celebrato (si potrebbe anche dire ripetuto) dopo 800 anni da quello compiuto da San Francesco a Damietta per incontrare il sultano durante la V crociata. Pace voleva San Francesco con carità e umiltà. Aveva tentato altre volte di raggiungere la Terrasanta senza riuscirci. Come quando nel 1212 fu in visita a Prato, venerò la Cintola, poi partì verso Ancona per imbarcarsi, ma una tempesta lo fermò. Il desiderio intenso di professare con la sua presenza, vestito di saio, la vita cristiana si avverò nel 1219; e ottenne di essere presentato al Sultano di Egitto Malik al Kamil, che apprezzò il poverello e lo colmò di doni.

Tanti gli avvenimenti in ottocento anni, tanta storia è passata fra le sponde del Mediterraneo, mentre il mondo si allargava con l’ingresso di nuovi continenti. Molti fatti hanno contraddetto lo spirito di pace dell’incontro, molti altri l’hanno assecondato. Oggi questa visita di papa Francesco può costituire una nuova partenza per il bene dell’umanità.

L’episodio di San Francesco che incontra il sultano trova spazio ad Assisi nell’affresco di Giotto di fine ’200. Dagli anni trenta del secolo scorso è bene rappresentato da una pittura murale nella chiesa del convento di Galceti. Fu dipinto da fra Giosuè Bagatti (1902-1981), fratello del più celebre fra Bellarmino archeologo di Terrasanta, quando il convento era fiorente e fungeva da seminario dell’Ordine con il Collegio Serafico. È una grandiosa scena che occupa un intero riquadro della parete e si impone per la grande tenda da campo dove sta il sultano in ascolto di Francesco fraticello in piedi nell’atto di predicare, mentre dietro di lui fra Illuminato prega, timoroso del servo, o schiavo, che gli sta accanto e tiene in mano delle cordicelle, come un flagello, pronto a intervenire a un cenno del padrone. La scena è immediatamente e pienamente leggibile, tuttavia una epigrafe recita: «Nel 1219 S. Francesco col compagno fra Illuminato predicò davanti al sultano Melk-El-Kamel in Damiata il vangelo di Gesù Cristo».

Si deve essere grati a quei frati francescani pionieri di rinnovamento religioso che a fine Ottocento, in tempi non facili, intrapresero la costruzione del Collegio Serafico, a cui dettero il nome di «Betlemme», e della chiesa intitolata all’Epifania. Questa fu poi interamente pitturata da Giosuè Bagatti con i principali episodi della vita di S. Francesco, raffigurando nei vari personaggi alcuni abitanti di Figline, Coiano e Chiesanuova.