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Quando i monaci di Camaldoli ispirano l’artista

Successo per la mostra di Zenone a Badia Prataglia. Zenone, il «Naive esperto», ha esposto nel corso della ormai tradizionale «Mangialonga», presso il Centro Visite che dà accesso al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Alla media di un centinaio di visitatori al giorno, il pittore, accompagnato dalla gentile consorte, ha risposto pazientemente alle domande dei suoi ammiratori. Tra l’altro Emilio Giunchi ha rivelato il perché del suo nome d’arte: «Iniziai a dipingere il giorno di San Zenone come fuga, zona franca, da un lavoro frustrante che comunque mi dava molto tempo libero».Sono i monaci di Camaldoli, nel sole come sotto la neve, allegri e stupefatti, gli eroi colorati dell’ultima maniera di Zenone. Grande successo continua a riscuotere la serie dei «Paesaggi Toscani» dove evidente si fa la lezione di Ardengo Soffici. Sì, perché l’artista aretino conosce ed applica la prospettiva tradizionale e contenuti anch’essi classici, come scene da un matrimonio, altrimenti improponibili. Ed i temi sono tratti dalla vita quotidiana che si anima nella metafora del «dono», quando nel quadro appaiono i Camaldolesi, che più volte lo hanno ospitato come uomo in ricerca e come gallerista. Ma anche gli interni di famiglia hanno il loro momento gioioso: nella danza, al suon di fisarmonica, in onesti ed agghindati locali di campagna, tipo il tramontato «Verde Luna». È l’epifania del sacro, resa attraverso la tecnica naive, in modo post moderno, ma anche perché il realismo magico, che pure traspare, pare inconciliabile con la «cronaca nera» dell’oggi.Nell’altro mondo, sulla terra di Zenone, il ritornare come bambini alla tecnica naive permette di evadere dalla storia per esaltare il godimento puro dei paesaggi non urbani toscano-aretini, tra cui spiccano appunto l’Eremo di Camaldoli ed i suoi dintorni. Dopo la visita alle oltre cinquanta opere esposte, si esce rasserenati. Pare che il giovane assessore al turismo del Comune di Poppi, Silvano Tosi, abbia azzeccato l’artista giusto per la oramai mitica Estate Badiana, che contempla anche la gita fuori porta immersa nella natura, assaggiando i prodotti tipici locali, fatti come una volta.L.T.