Vita Chiesa

Quando i libri aiutano a pensare

Recentemente, a lungo si è parlato e ancora si parla di una pseudo-letteratura che ingrassa il mercato del libro, contribuendo a una certa inflazione dell’arte della parola e facendo passare per buono e per fruibile ciò che, in realtà, contribuisce unicamente a restringere le menti. C’è, così, chi riesce nell’intento di immobilizzare il cervello altrui creando una «moda» del momento a scopo unicamente economico e con grande offesa della mente umana.

Ritengo che per contruibuire al flop di un certo libro, di «carta pasticciata» e messa in vendita al grande pubblico, la soluzione migliore sia: non parlarne. Ignorare l’esistenza di un libro è condannarlo all’annientamento. Importante è, al tempo stesso, educarci alla lettura. Credo che oggi sia essenziale la riscoperta dei classici, i cui messaggi restano attuali anche dopo molti anni, secoli o millenni. Alcuni autori hanno saputo fotografare l’essere umano nei risvolti più profondi del suo essere, e hanno tracciato un profilo dell’animo che, a leggerlo, si resta stupiti di fronte a tanta acutezza di pensiero e destrezza di linguaggio. Pensiamo a un Manzoni, il cui romanzo abbiamo probabilmente letto distrattamente a scuola e poi riposto nella libreria di casa: forse, riprendendolo in mano dopo tanti anni, scopriremmo che la sua lettura è appassionante e coinvolgente così come quella di nessun romanzo moderno. Pensiamo ad autori intramontabili più recenti come Buzzati, Pirandello, Tomasi di Lampedusa: nelle loro opere troviamo ottimi spunti di riflessione, ben inseriti in ammirevoli affreschi geografici, storici ed etnografici che ancora oggi non perdono di efficacia. Queste opere non ci propinano un’idea, ma stimolano la nostra risposta, la ricerca di un approfondimento personale; liberano la capacità di pensare e offrono pagine di una bellezza letteraria ineguagliabile. Nella lettura di autori moderni, invece, è importante sforzarsi di capire le parole, il messaggio profondo del testo. Alcune volte, infatti, può capitare di essere vittima di messaggi «subliminali». Non parlo di certa incoscienza morale che fa passare per vero l’assurdo, quanto della capacità di leggere anche fra le righe, di andare oltre l’apparenza. Il pericolo, infatti, non è nel leggere, ma nel non saper leggere. A questo proposito, i media hanno recentemente parlato del libro scritto da uno studioso di storia delle religioni (Antonio Soro, «I Puffi, la “vera” conoscenza e la massoneria», EDES 2006) il quale ha «letto» nel famoso cartone animato dei Puffi una rappresentazione della massoneria. La tesi è opinabile, ma credo sia quanto mai utile l’invito dell’autore a una lettura sempre attenta di libri e video, per non permettere a nessuno di manovrare le nostre menti. Chi legge e non comprende, infatti, è sempre un po’ schiavo. Chi possiede i significati più reconditi dell’opera che ha in mano, invece, non corre il pericolo di essere imbambolato da ogni «vento di dottrina».Suor Mirella Caterinadelle contemplative domenicane di Pratovecchio