Vita Chiesa

Quando arriva il prete a dare l’acqua santa

DI DON FRANCESCO SENSINIScusi signora Giorgina, potrebbe vedere se nella casetta della posta c’è l’avviso di quando il parroco viene a benedire?» Così una signora anziana, dal secondo piano, si rivolge ad una vicina che al portone d’ingresso sta prendendo la posta.

Siamo in quaresima ed una delle tradizioni è quella di visitare, da parte del parroco, le famiglie. A volte è facile vedere lo stesso parroco, in cotta e stola, da solo o con qualche «aiutante», entrare e uscire dai negozi. Le persone meno giovani definiscono questo appuntamento: l’acqua santa. «Anno scorso non abbiamo preso l’acqua santa perché quando il parroco è venuto non c’eravamo. Ma quest’anno vogliamo prenderla».

Benedizione delle case o delle persone? Benedizione del singolo o della famiglia? L’acqua santa richiama il battesimo e quindi dovrebbero essere benedetti tutti i battezzati che abitano quella casa. Nelle parrocchie dove per i genitori dei figli che frequentano il catechismo, si programma un cammino parallelo, sono previsti momenti in cui si invita la mamma a benedire i figli e il padre a benedire la mensa. Perché allora deve venire il parroco a benedire? Perché il battezzato ha una responsabilità nei confronti degli altri. E la parrocchia, di cui è responsabile il parroco, è il luogo, lo spazio, nel quale è chiamato ad esercitarla. Probabilmente la signora anziana del secondo piano non sa nulla di questa responsabilità e la sua richiesta nasce semplicemente da una buona tradizione. Ma nel fondo del suo animo sicuramente si sente parte della parrocchia.

La parrocchia. Una stazione di servizi religiosi o una comunità di persone? Una istituzione o una famiglia? I vescovi italiani credono che la parrocchia, ancora oggi, sia necessaria proprio per testimoniare la concretezza del vangelo. Ma quanti cristiani la vivono come tale? Quando ho chiesto ad una collega a scuola: ci sono mai momenti nella tua vita in cui avverti la necessità della parrocchia? «Sinceramente mai» mi ha risposto. «Solo quando ho battezzato mio figlio e purtroppo ne avrò bisogno quando……». «Se non ci fosse la parrocchia che cosa ti mancherebbe?» ho insistito. «Non lo so, forse i momenti di incontro, ma questo valeva quando ero più giovane e avevo più tempo, adesso credo niente». Si può essere cristiani da soli senza parrocchia?

Concludo con le parole che il vescovo di Grosseto, mons. Agostinelli ha scritto in una lettera pastorale a proposito della parrocchia: «La parrocchia rende umano un territorio, rende amico l’ambiente ostile, realizza relazioni calde nel freddo della città o nella solitudine di un paese». Che fosse proprio quello che cercava la signora anziana del secondo piano?