Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Quando al posto del «Signorelli» c’era la chiesa di Sant’Andrea.

Piazza Signorelli con l’omonimo teatro, la zona oggi considerata il «salotto buono» di Cortona, che accoglie le più prestigiose manifestazioni artistiche e culturali, alla fine del Settecento era molto diversa dall’attuale. Basta osservare le piante realizzate da Pietro Berrettini nel 1634 e dal Giachi nel XVII secolo per accorgersi come la parte nord della piazza fosse differente.I lavori di ammodernamento che presto interesseranno il teatro ci offrono l’occasione per ripercorrere un periodo della nostra storia che non tutti conoscono. Nello spazio che è ora occupato dalla gradinata e dalla loggia del teatro «Signorelli» si trovava, fino agli ultimi decenni del Settecento, la chiesa di Sant’Andrea Apostolo, le cui origini dovevano risalire a prima dell’anno Mille. Indizi certi ci garantiscono che la chiesa già esisteva nel secolo XII: un mosaico raffigurante la Madonna, che antiche memorie dicono si trovasse su una parete della chiesa, esiste ancora oggi ed è conservato nel museo dell’Accademia etrusca. Ma lo storico monsignor Angelo Tafi si spinge oltre: «Il motivo che più mi spinge ad arretrare la fondazione della chiesa è che essa si elevava ai margini del foro romano e siccome nella zona del foro si trovavano diversi templi o tempietti pagani, c’è la probabilità che la chiesa di Sant’Andrea sia stata fondata ove era uno di quelli». Poiché il culto di Sant’Andrea, come quello degli altri apostoli, risulta molto antico nella Chiesa e pare che sia stato introdotto da San Gregorio Magno (590-604), c’è da pensare che la decisione del Papa abbia stimolato i cristiani a dedicare chiese al santo apostolo, fratello di San Pietro: un altro valido motivo per fare arretrare la fondazione della chiesa in epoca ben più antica.Lasciamo agli storici il compito di dirimere la questione. Resta accertato che la chiesa di Sant’Andrea compare nell’elenco delle «Decime» del 1278-79. Un altro studioso di storia cortonese, Alberto della Cella, scrive che, già in quell’epoca, nella chiesa di Sant’Andrea «si svolgevano tutti i riti civili: matrimoni, investiture, giuramenti, testamenti, presa di possesso delle cariche da parte dei magistrati»: è quindi probabile che, prima della costruzione della grande sala pubblica, proprio nella chiesa di Sant’Andrea si svolgessero le assemblee popolari del nascente comune.Come è potuto accadere che una storia tanto gloriosa abbia avuto una così drastica interruzione? Ci suggerisce ancora una volta la risposta monsignor Tafi nella sua importante opera Immagine di Cortona: «Come la più antica e veneranda chiesa di San Vincenzo, anche questa di Sant’Andrea venne soppressa e poi abbattuta sotto Pietro Leopoldo; questo principe è passato alla storia come un sovrano «illuminato», ma non lo è stato certamente nel campo delle memorie storiche e artistiche, nel quale settore è stato un iconoclasta. Nel 1780 la nostra chiesa venne soppressa e annessa al demanio; la soppressione significava in genere una prossima scomparsa e l’8 marzo 1788, con rescritto granducale, la chiesa sconsacrata fu concessa alla comunità di Cortona per costruire al suo posto un loggiato per il mercato dei cereali. E così la chiesa venne rasa al suolo». Ma nemmeno la «Loggia dei cereali» visse a lungo. Costruita nel 1790, fu abbattuta nel 1855 per costruirvi appunto il teatro «Signorelli» e della loggia antistante su disegno dell’architetto Carlo Matteschi.Veniamo così agli avvenimenti attuali. Il teatro «Signorelli», che negli ultimi centocinquanta anni ha avuto una ruolo importante nella vita culturale cortonese, continua ad essere un punto di aggregazione insostituibile per la città. Numerosi sono gli interventi che, nel corso della sua storia, sono stati effettuati nella struttura e nella modellatura per renderlo più idoneo alla sua funzione di centro di aggregazione per i cortonesi e per le zone vicine. Attualmente nuovi progetti tendono ad adeguarlo alle esigenze di eventi culturali che lo rendano sempre più importante punto di riferimento per i cortonesi e per tanti appassionati di momenti artistici. «Quello che stiamo portando avanti – ci riferisce Antonio Lorenzini, membro dell’Accademia degli Arditi, che da sempre si occupa dell’organizzazione del teatro – è un progetto che ci sta a cuore da tempo. Vogliamo cambiare la pavimentazione della platea del “Signorelli”, sostituendo l’attuale con un legno nuovo e pregiato; abbiamo infatti scelto il rovere. Saranno poi rinnovate tutte le poltroncine, che saranno più ampie e più comode». di Benito Chiarabolli