Lucca
Quadro del ‘600 restituito dai carabinieri alla Diocesi di Lucca: fu trafugato nel 1977
L’opera “Madonna con Bambino e i Santi Crispino e Crispiniano” di Giovanni Domenico Ferrucci (1619 – post 1669) è stata restituita il 23 dicembre 2020 alle ore 12.00 presso il Salone dell’Arcivescovado di Lucca dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna, il Ten. Col. Giuseppe De Gori, all’Arcivescovo di Lucca, S.E. Mons. Paolo Giulietti, alla presenza del Comandante Provinciale Carabinieri di Lucca, Col. Ugo Blasi, e della funzionaria della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lucca e Massa Carrara, Dott.ssa Neva Chiarenza.
Il dipinto a olio su tela, delle dimensioni di 202×145 cm e risalente ai primi anni Sessanta del Seicento, era stato illecitamente trafugato dalla Chiesa di Sant’Anastasio (ovvero dei SS.Vincenzo e Anastasio) a Lucca nel periodo successivo al 1977 e recuperato il 20 dicembre 2012 dal Nucleo TPC di Bologna.
L’accurata attività di indagine è stata sviluppata dai Carabinieri TPC dopo essere venuti a conoscenza della vendita, presso una casa d’asta milanese, di una notevole pala d’altare seicentesca di probabile provenienza toscana.
Nonostante l’immagine dell’opera non fosse registrata nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando TPC, i meticolosi accertamenti condotti hanno permesso di appurare che il dipinto, benché fosse stato posto in vendita con la generica indicazione di “Madonna con Bambino e Santi” di un artista ignoto del Seicento, non era altro che il prezioso “Madonna con Bambino e i Santi Crispino e Crispiniano” realizzato nel 1662 circa da Giovanni Domenico Ferrucci per la Confraternita dei Santi Crispino e Crispiniano e rimasto conservato fino al 1977 nella Chiesa dei SS.Vincenzo e Anastasio a Lucca, da cui risultò assente nel corso di una verifica per la mostra “La pittura a Lucca nel primo Seicento” (1994-1995).
Per l’esito positivo della vicenda sono risultate fondamentali le ricerche storico-artistiche condotte dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lucca e Massa Carrara, che hanno portato al reperimento dell’effigie fotografica della catalogazione dell’opera avvenuta nel 1976, insieme all’attività di ricostruzione degli eventi compiuta dall’Arcidiocesi di Lucca, che ha permesso di accertare che l’opera era stata sottratta nel 1977.
La comparazione fotografica ha così permesso di confermare che l’opera, acquistata negli anni Novanta da un acquirente ritenuto in buona fede, era proprio quella trafugata trentacinque anni prima. Nel 2012 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano ha così disposto il sequestro del prezioso dipinto, impedendo la sua ulteriore commercializzazione e dando la possibilità alla Diocesi di Lucca di restituirlo finalmente alla collettività dopo un’attesa di oltre quarant’anni.
Nel 2014 l’opera è stata inoltre accolta nel Palazzo del Quirinale a Roma, insieme ad altri capolavori, in occasione della mostra “La memoria ritrovata. Tesori recuperati dall’Arma dei Carabinieri” promossa, dal 23 gennaio al 16 marzo, dalla Presidenza della Repubblica in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e con il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Oltre un centinaio tra sculture, oggetti d’arte sacra, dipinti e reperti sottratti alla comunità scientifica e all’ammirazione del pubblico in occasione di furti e scavi clandestini, sono stati esposti nella Sala degli Scrigni, nella Sala di Ercole, nella Sala degli Ambasciatori e nella sala di Augusto del Palazzo del Quirinale, per rendere omaggio al lavoro dei Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale.
L’arcivescovo Paolo Giulietti, nel commentare questa restituzione, si è augurato che nelle valutazioni che verranno fatte in diocesi, in particolare dall’ufficio per i beni culturali, questo dipinto possa essere posto “in un luogo di preghiera affinché non sia solo musealizzato come opera d’arte, ma torni anche alla fruizione originaria”.