Opinioni & Commenti
Pulire il linguaggio degli adulti come primo esempio di ecologia
E se la conversione ecologica, a cui in questi giorni i giovani ci stanno richiamando, iniziasse dal nostro linguaggio? Non è questione di eleganza stilistica, intendiamoci, ma di una «pulizia» capace di rimettere le parole al loro giusto posto. È accaduto un’altra volta, infatti, che un adulto (per di più vice allenatore dei giovanissimi dell’Us Grosseto) abbia appellato in modo greve Greta Thunberg, invitandola a praticare il mestiere più antico del mondo «tanto l’età l’ha». Parole che hanno scatenato una ridda di reazioni, tanto che la notizia è diventata un caso mediatico nazionale.
La società unionista lo ha immediatamente licenziato uscendo con una nota stampa che non lascia spazio a tentennamenti. L’interessato ha chiesto pubblicamente scusa, ma le scuse non bastano a spegnere l’eco della vicenda. E allora, al di là delle nostre sensibilità rispetto ai temi ambientali o alle nostre legittime opinioni sul fenomeno Greta, resta un fatto: il nostro linguaggio si sta imbarbarendo e noi adulti, in casi come questo, ne usciamo perdenti su tutta la linea. Perché se un adulto (per di più educatore, perché un mister è anche un educatore) non riesce a tenere testa a posizioni che non condivide se non ricorrendo all’insulto, di fronte ai giovani ha già perso. Merita, allora, riflettere sul fatto che la prima espressione di ecologia debba riguardare il nostro linguaggio.
C’è bisogno di pulizia rispetto all’inquinamento della nostra aggressività verbale.