Toscana

Psichiatria in Toscana/9: Fasm, l’associazione nata con un blitz alla Usl di Lucca

di Marco Lapi

Si possono raccontare vent’anni di amicizia, accoglienza, condivisione attraverso uno spettacolo musicale? Sì, ma è ancora meglio se a portarlo in scena sono gli stessi protagonisti di una storia così. La storia della Fasm, raccontata in maniera coinvolgente e commovente sabato 19 maggio al Teatro del Giglio di Lucca dal gruppo «Esci con con noi», costituitosi al suo interno nel 2000. Un appuntamento ormai tradizionale, quello che si ripete ogni anno nel maggior teatro lucchese, ma che stavolta aveva appunto tutta la solennità della ricorrenza speciale.

La Fasm (www.fasm.it), Associazione famiglie per la salute mentale, nasce a Lucca nel 1992 con un vero e proprio blitz. I giovani utenti dei servizi di salute mentale stavano concludendo presso l’Enaip locale (l’ente di istruzione e formazione professionale delle Acli) un corso di formazione di tre anni realizzato con i finanziamenti europei. «Avendo riscontrato i notevoli benefici che queste attività lavorative avevano prodotto sui nostri ragazzi – ricorda la presidente Gemma Del Carlo – familiari, utenti e operatori tutti insieme entrarono nella sede dell’Azienda Usl 2 di Lucca mentre la direzione era riunita, per chiedere di non interrompere questo percorso». Venne così dato il via al progetto Oikos, tuttora in corso e che vede impegnati circa 65 utenti. Ma al tempo stesso i familiari dei giovani coinvolti, stimolati dagli operatori e convinti dal risultato ottenuto, compresero l’importanza dell’associazionismo e decisero di costituirsi legalmente in tal senso.

La Fasm, come ha sottolineato ancora la presidente mercoledì 30 giugno in un secondo appuntamento per celebrare il ventennale (vedi colonna a lato), «ha lo scopo principale di tutelare i diritti delle persone con disturbi mentali e delle loro famiglie, facendosi portavoce dei loro bisogni con le istituzioni e si impegna nella loro integrazione sociale, abitativa e lavorativa» operando su più fronti: «agisce come valore aggiunto, collaborando con i servizi ma non sostituendoli; stimola le istituzioni a fare ciò che  loro compete come previsto dalle leggi; invita i familiari e gli utenti a ritrovare il proprio ruolo e coinvolge la cittadinanza nell’integrazione sociale delle persone con disagio mentale».

Per permettere tutto questo c’è stato ovviamente bisogno di trovare una sede, e dopo un po’ il Comune ha provveduto a mettere a disposizione dell’associazione locali per compessivi 250 metri quadri in via Simonetti, nel quartiere di San Vito, che permettono di svolgere al meglio le numerose attività, quali il servizio di ascolto e dai gruppi di auto aiuto per familiari, i corsi di formazione per volontari, l’organizzazione di convegni e seminari. E poi il già citato «Esci con noi», gruppo e progetto al tempo stesso che, coinvolgendo famiglie, volontari e giovani impegnati nel servizio civile, si rivolge alle persone che per le loro problematiche tendono ad isolarsi proponendo loro momenti di socializzazione nel tempo libero. E che momenti: si va dalle gite, anche all’estero, ai già citati spettacoli annuali da preparare con cura (e che vedono immancabilmente il Giglio tutto esaurito), alla preparazione del giornalino «Raccontiamoci», in veste sia cartacea che on line (www.raccontiamoci.it), alle partite e tornei di calcetto e pallavolo, al percorso «Sport ArmoniosaMente» realizzato con il contributo del Cesvot, che oltre a questi due sport prevede anche le marce non competitive, al karaoke, giochi vari, escursioni, cene, visite e shopping in città… Insomma, una serie incredibile di attività, frutto di tanta passione e tanto amore e dell’apertura ad ogni possibile contributo, perché la Fasm è aperta a tutti e ciascuno può diventarne volontario.

Chiaramente un’associazione così, con questa esperienza alle spalle e tutta queste attività in ponte, è di fatto un punto di riferimento per tutta la regione. Non a caso San Vito è anche sede del Coordinamento toscano delle associazioni per la salute mentale, presieduto dalla stessa Gemma Del Carlo. Una rete che, come abbiamo visto già all’inizio della nostra inchiesta, ha fornito un contributo sostanziale per il nuovo Piano socio-sanitario integrato della Regione Toscana e che si appresta a firmare con il nuovo assessore alla sanità Luigi Marroni, il prossimo venerdì 29 giugno, una convenzione che valorizzerà ulteriormente l’apporto dell’associazionismo nel campo della salute mentale dopo l’approvazione della delibera 1016 con cui la Regione Toscana riconosce alle associazioni stesse un ruolo collaborativo, propositivo e valutativo consentendo loro anche di essere presenti ai tavoli istituzionali.

Convegni come stimolo per migliorare la risposta ai problemiDiagnosi e trattamento integrato dei disturbi mentali»: è solo l’ultimo della serie di convegni e seminari organizzati dalla Fasm nel corso dei suoi vent’anni di vita. Svoltosi mercoledì 30 maggio nella stupenda Sala Ademollo del Palazzo Ducale di Lucca in occasione del ventennale dell’associazione e del progetto lavoro Oikos, ha avuto come relatore principale lo psichiatra Andrea Fagiolini, direttore del Dipartimento interaziendale di salute mentale di Siena. Non solo: la Fasm offre anche incontri di informazione sul disagio psichico, sugli aspetti giuridico-legali ad esso legati e sulla promozione per la salute mentale, come in occasione delle annuali giornate nazionali ad essa dedicate in programma ai primi di dicembre.

«Nei convegni – ha affermato il 30 maggio la presidente Gemma Del Carlo – sono stati presi degli impegni. Alcuni sono stati assolti ma altri ancora devono esserlo. Ci conforta sapere che dai disturbi mentali è possibile guarire o comunque migliorare, ma come emerso nei convegni stessi, la risposta ai problemi mentali sta nell’integrazione dei servizi sanitari e sociali realizzati precocemente e coordinati nello stesso tempo e nell’attivazione dei Piani integrati di salute, partendo dal progetto individuale personalizzato (che prevede tra l’altro prevede interventi socio-sanitari, condivisi con l’utente e con la famiglia, mirati alla riabilitazione e integrazione sociale e lavorativa) e da una accurata valutazione. La priorità assoluta è quella di rimpiazzare e integrare il personale, che deve essere qualificato, in numero sufficiente, stabile e rimpiazzato prima del pensionamento e delle gravidanze (attualmente siamo sotto di alcune unità). Inoltre siamo molto preoccupati per il periodo di crisi che stiamo vivendo che impone di mettere insieme tutte le risorse che possiamo trovare sul territorio per non interrompere i percorsi di cura. Noi in questo ci stiamo impegnando molto».

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