Toscana
Profughi, il «modello Toscana» funziona. Ma ancora 70 Comuni devono accogliere
Ma, ha sottolineato il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni, «se vogliamo dare il segnale che la Toscana continua, come ha sempre fatto, a fare la sua parte per accogliere i profughi, anche i Comuni devono fare altrettanto» e «in base ai numeri che ho avuto in mano c’erano una settantina di Comuni toscani che ancora non hanno fatto accoglienza e che potrebbero ospitare ciascuno anche solo una decina di profughi a testa».
L’assessore Bugli ha proseguito osservando come secondo le ultime previsioni, su base nazionale, «i flussi di questo anno saranno analoghi a quelli del 2015 ed è un aspetto che va affrontato in maniera seria e strutturata. Anche per questo oggi ci incontriamo con i sindaci e i gestori delle strutture. Il 16 febbraio ci incontreremo invece con le prefetture per fare il punto». «In questi ultimi mesi non c’è stata un’alta affluenza – ha sottolineato l’assessore – ma proprio perché si avvicina la stagione primaverile è opportuno tornare a organizzarsi».
«Ci sono Comuni – ha aggiunto il presidente Anci Biffoni – che sono maggiormente sotto pressione da più lungo tempo ed è doveroso che ognuno faccia la propria parte». Per il sindaco pratese «ci deve essere un sistema premiante per chi ha già fatto la sua parte».
Bugli ha poi sottolineato che «il modello toscano dell’accoglienza diffusa è stimato e copiato e ormai è un po’ anche il modello a cui tende il nostro governo e dobbiamo portarlo avanti entrando in una nuova fase. E’ difficile parlare di emergenza con questo flusso continuo di presenze, e dobbiamo iniziare a pensare a un modello unico con quello dello Sprar che è basato su un tipo di accoglienza più a lungo termine con percorsi di inserimento maggiori».
Nelle strutture Sprar in Toscana, ha ricordato Bugli, «ci sono 650 ospiti circa ed è stato aperto un nuovo bando dal ministero. L’obiettivo di oggi è anche quello di sensibilizzare tutti, a partire dai sindaci che devono presentare i progetti, a partecipare a questo bando. Sono 10 mila posti a livello nazionale e se la Toscana ne avesse altri 6-700 sarebbe buono. Anche le strutture di accoglienza – ha concluso l’assessore regionale – dobbiamo gestirle come Sprar».