Toscana
Processo Forteto, dopo il forfait dei difensori slittano le udienze. Mugnai: «tattiche pretestuose»
«Anche ai difensori degli imputati e agli imputati stessi deve essere ormai chiaro quale sia la verità processuale che si va formando nel corso delle udienze sulla vicenda Forteto. Ormai si adottano scelte processuali che si qualificano da sole con l’unico, sfacciato obiettivo di cercare di mandare in prescrizione il maggior numero di capi di imputazione. L’intento chiaro è cercare di negare giustizia alle vittime di tanti soprusi»: questo il commento del Consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai, che è stato Presidente della Commissione regionale d’inchiesta sul sistema degli affidi dei minori in Toscana a partire dalla vicenda Forteto, alla notizia dell’ennesimo slittamento nel calendario delle udienze per il processo che vede alla sbarra per maltrattamenti e abusi su minori affidati all’interno del Forteto i vertici della comunità mugellana, primo fra tutti il leader Profeta Rodolfo Fiesoli.
Lo slittamento si produce a causa dell’abbandono dell’incarico da parte di entrambi gli avvocati del principale imputato, Fiesoli appunto, che adesso verrà seguito da un difensore d’ufficio che ha chiesto i termini a difesa per studiare il fascicolo.
«Questa è l’ultima spiaggia, l’ultimo atto di una strategia dilatoria praticata a più riprese secondo un comportamento, quello dei legali e degli imputati che non voglio commentare qui – dichiara Mugnai – ma sul quale io, al pari di tutti i cittadini che seguono questo drammatico processo, ho un’opinione precisa. Tuttavia, ciò la dice lunga su un processo il cui esito evidentemente è scontato anche per gli imputati che si rendono conto che la verità processuale finirà per coincidere con quella rilevata, dolorosamente, dalla Commissione d’inchiesta. Anche i toscani hanno capito quale sia la verità e che all’interno del Forteto sono state commesse violenze pazzesche, e che quella che per anni è stata dipinta come una comunità modello dalle istituzioni toscane era un setta dove si adottavano comportamenti che negavano l’essenza stessa del concetto di umanità. Sarebbe un peccato, nel senso più autentico del termine, se a causa delle mosse a effetto per perdere tempo questa drammatica verità non si trasformasse in giustizia per le vittime che hanno avuto tanto coraggio nel denunciare ripercorrendo uno strazio indicibile».