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PROCESSO ANDREOTTI: G.DALLA TORRE «MANTENERE FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA»

“Andreotti offre l’esempio, anche in una circostanza così difficile, di quello che deve pensare ogni cittadino: mantenere la fiducia nella giustizia e nella magistratura. Se ognuno cerca di tirare la Magistratura da una parte o dall’altra non rende un buon servizio alla convivenza e allo Stato”. E’ quanto ha dichiarato al Sir, il rettore della Lumsa, Libera università Maria Assunta, Giuseppe Dalla Torre, commentando la sentenza della Corte d’Appello di Perugia che ha condannato il senatore a vita a 24 anni di detenzione quale uno dei mandanti dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, ucciso a Roma il 20 marzo 1979. Sentenza che ribalta il verdetto assolutorio emesso in primo grado.

Secondo il rettore della Lumsa “la vicenda costituisce un segnale importante anche per la Magistratura, in particolare per la lunghezza dei processi. Il tema della giustizia resta sotto gli occhi di tutti nel nostro Paese. Un’analisi più pacata e meno arroventata politicamente sarebbe auspicabile per evitare quei dubbi e sospetti che incrinano uno dei poteri dello Stato ed una delle funzioni essenziali di cui il cittadino ha bisogno”. “Una giustizia che arriva tardi – aggiunge Dalla Torre – arriva male e diventa ingiusta. Non può non esserci solidarietà a chi ne resta colpito”. Infine, ricorda “non è opportuno assimilare questa sentenza ad una condanna di un sistema politico che per decenni ha guidato l’Italia. Non si devono avanzare giudizi di interpretazione politica ma bisogna ricercare una giustizia giusta e celere e che non serva a scopi politici”.Sir