Pisa
Primo annuncio

«Molte persone in Italia sono di cultura cristiana, ma non credono in Gesù Cristo; hanno abitudini sociologicamente legate al mondo cristiano, ma non si sono mai decise per Gesù Cristo. Non è solo la pratica dei sacramenti o la partecipazione alla messa domenicale che manca, ma la fede. Il primo annuncio è quella proposta, centrata sul contenuto fondamentale della fede, che la comunità cristiana fa per mettere le persone in condizione di decidersi per Cristo, per aiutare a cogliere Gesù come salvezza globale della vita, come senso e speranza definitiva, come il Dio della pienezza e dell’eternità. Il primo annuncio non si preoccupa di tutta la coerenza dei comportamenti, delle regole di vita, ma di far scattare nella persona la fiducia radicale in Gesù morto e risorto e di farla aderire alla sua Parola. Il primo annuncio non è un percorso di vita cristiana, ma è un percorso di avvicinamento alla vita di fede e di ascolto-accoglienza del suo centro».
Proviamo a tracciare un identikt dei destinatari del primo annuncio…
«Sono tutti quelli che hanno bisogno di questa decisione, dai bambini che non distinguono tra Henry Potter e Gesù o tra babbo natale e Dio, ai giovani che hanno solo partecipato quasi obbligatoriamente ai catechismi dell’infanzia e oggi non sanno più che cosa è credere in Gesù, agli adulti che riducono la chiesa a una agenzia del sacro e non conoscono la parola di salvezza che è Gesù, se non per le tradizioni scolorite».
Tra i destinatari ci sono anche i separati e i divorziati, di cui si è discusso ampiamente nel recente Sinodo dei vescovi?
«Non necessariamente, perché possono avere anche una fede vera, ma essersi discostati da essa per comportamenti sbagliati. Il primo annuncio non ha come primo obiettivo la coerenza, ma le ragioni profonde della fede che motivano la coerenza. Molti di loro però sono in queste condizioni, cioè hanno questo comportamento perché non credono. Anche per loro quindi c’è spazio per l’annuncio di fede che li salva. Il problema dei sacramenti non è primario in queste condizioni. Potranno sempre però pregare e avere fede in Dio, anche se sono in situazioni errate».