Toscana
Primarie Pd in Toscana: voto tra sorprese e conferme
Pochi i votanti: meno di 120 mila. Furono 430 mila il 25 novembre e 400 mila il 2 dicembre, giornate della sfida Bersani-Renzi. Saranno 47 i candidati eletti alle primarie nelle 13 federazioni Pd della Toscana (i dieci capoluoghi di provincia più Empoli, la Val di Cornia e la Versilia) ad avere accesso alle liste di Camera e Senato alle elezioni politiche del 24-25 febbraio. Sono così ripartiti: 4 Arezzo, 3 l’Empolese Valdelsa, 11 Metropolitano Firenze, 3 Grosseto, 4 Livorno, 2 Lucca, 2 Massa Carrara, 3 Pistoia, 4 Siena, 1 Val di Cornia-Elba, 2 Versilia, 5 Pisa e 3 Prato.
Con l’attuale sistema elettorale («Porcellum» che non prevede il voto di preferenza), i posti sicuri saranno circa una trentina (alcune stime arrivano ad un massimo di 33). Una ventina alla Camera, una decina al Senato. Per stabilire le priorità, la segreteria Pd ha varato un complicato schema che verrà poi diviso in liste per Camera e Senato. Il primo posto spetterà a Firenze. Seondo posto a Pisa, terzo ad Arezzo, quarto a Siena, quinto di nuovo a Firenze, sesto a Livorno, settimo a Pistoia, ottavo a Prato, nono a Empoli, decimo a Grosseto. Undicesimo posto ancora a Firenze, dodicesimo a Lucca, tredicesimo a Massa Carrara, quattordicesimo ancora a Pisa, al quindicesimo rispunta Firenze. Al sedicesimo il primo eletto della Versilia. Quindi Arezzo, Siena e, di nuovo, Firenze. Ventesimo posto a Livorno, ventunesimo a Piombino, poi Pistoia e ancora Pisa. Ventiquattresimo posto a Firenze, venticinquesimo Prato. Non mancheranno le variabili, cioè l’alternanza obbligatoria uomo-donna e i nove posti sicuri per coloro che non si sono messi in gioco nelle premiarie ma hanno il posto garantito dalla segreteria nazionale.
In base a questi principi vediamo com’è andata in Toscana. Ci sono sorprese (sia negative che positive) e conferme. Tra le bocciature eccellenti Lido Scarpetti, sindaco per 10 anni, eppoi senatore e deputato: quinto su cinque candidati. Stesso destino a Prato per il quasi «ex» deputato Andrea Lulli, quarto su sette. Non meglio è andata a Livorno al senatore uscente, Marco Filippi, sconfitto da Maria Grazia Rocchi. Ad Arezzo sconfitta – probabilmente senza conseguenze per la poltrona in Parlamento – per la deputata Donella Mattesini battuta dal renziano Marco Donati. Le conferme arrivano invece per i deputati uscenti Luca Sani (Grosseto), Andrea Rigoni (Massa), Silvia Velo (Piombino), Andrea Marcucci (renziano, a Lucca). E anche a Maria Grazia Gatti e Paolo Fontanelli che, a Pisa, hanno prevalso su Federico Gelli, renziano, ex vicepresidente della Regione, che non ha certezze sull’elezione.
Ottimo risultato per le donne: ben sette si sono imposte nelle tredici federazioni. A Pistoia, Caterina Bini, consigliere regionale (il suo posto a Palazzo Panciatichi andrà a Daniela Belliti, vicesindaco di Pistoia, o al pratese Massimo Logli), vincitrice sul renziano Edoardo Fanucci, vicesindaco di Montecatini. A Firenze renziani e bersaniani hanno piazzato tre candidati a testa nei primi sei posti. Dovrebbero passare tutti. Prima Elisa Simoni (bersaniana), assessore in Provincia. Poi Dario Nardella, vicesindaco, davanti a un’altra renziana, l’assessore Rosa Maria Di Giorgi. Quindi Filippo Fossati (bersaniano), David Ermini (renziano) e Tea Albini (bersaniana uscente). A Empoli, vittoria di David Parrini, sindaco di Vinci, che ha battuto la bersaniana, Caterina Cappelli. Come Matteo Biffoni, renziano, capace di prevalere, a Prato, per 2.643 a 2.388 sulla bersaniana Ilaria Santi.