Vita Chiesa
Prevenzione abusi sui minori, da Firenze la proposta per una formazione umana integrale nei Seminari
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La prevenzione degli abusi sui minori «richiede una proposta formativa che integri gli aspetti psicologici e quelli spirituali, insieme all’elemento apostolico e pastorale. Non si può fare formazione integrale senza considerare l’aspetto umano delle persone». Lo ha affermato mons. Jorge Carlos Patrón Wong, Segretario per i Seminari della Congregazione per il Clero, incontrando i giornalisti a Firenze durante la prima conferenza europea su formazione del clero e prevenzione degli abusi sui minori dal titolo «Formazione e Prevenzione. Confrontare i differenti approcci di formazione umana e valutazione psicologica nei Seminari: un ulteriore passo verso il safeguarding in Europa». Quando un candidato al sacerdozio entra in seminario, ha sottolineato monsignor Wong, «ha già avuto una formazione, con elementi di forza e di debolezza. La Chiesa deve accompagnare chi sperimenta la chiamata del Signore con il discernimento. C’è bisogno di fare una selezione delle persone più adatte a un servizio alla comunità. Valutare una persone nella sua integralità richiede tempo, pazienza e cura».
L’iniziativa è organizzata dall’Arcidiocesi di Firenze in collaborazione con la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, il Centre for Child Protection della Pontificia Università Gregoriana e il Seminario Arcivescovile di Firenze. Gli iscritti sono più di 250 provenienti da tutta Europa e da tutte le regioni italiane: molti rettori di seminario, vescovi, direttori spirituali, psicologi e psichiatri che lavorano nei seminari, e nella protezione dei minori.
«Questa importante Conferenza Europea, che si inserisce nel progetto della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori istituita dal Santo Padre – ha affermato in apertura dei lavori il cardinale Giuseppe Betori – è uno dei tanti segni del grande impegno della Chiesa universale e di quella italiana per sradicare la piaga degli abusi sui minori che colpisce anche il mondo ecclesiale». «Il grande numero di partecipanti – ha sottolineato Betori – provenienti da quasi tutti i Paesi europei e il valore dei relatori, degli esperti sono indice della massima attenzione, sensibilità e sforzi compiuti da tempo in tutte le diocesi. Formazione e prevenzione, temi centrali della Conferenza, rappresentano sicuramente gli interventi più importanti per affrontare e combattere questo grave fenomeno e assicurare la protezione e la tutela dei più vulnerabili».
«La mancanza di una personalità ben strutturata ed equilibrata rappresenta un serio e oggettivo impedimento per il prosieguo della formazione di un presbitero. Per questo dobbiamo impegnarci molto per favorire, nei candidati al sacerdozio, la crescita e lo sviluppo integrale della persona, attraverso un lavoro comune tra formatori e seminaristi, che possa condurre il futuro presbitero a sviluppare una stabile maturità psico-affettiva e, in generale, una struttura personale solida ed equilibrata». Così Stefano Lassi, responsabile del comitato scientifico della prima conferenza europea su formazione del clero e prevenzione degli abusi sui minori, ha presentato i contenuti dell’iniziativa. Lassi, psichiatra e psicoterapeuta, collabora con il Seminario di Firenze, oltre ad essere vicepresidente della Società italiana per lo studio dei disturbi del neurosviluppo e vicepresidente dell’Associazione psicologi e psichiatri cattolici della Toscana
«Educazione e formazione sono la chiave per la prevenzione di abusi, e l’impegno per la prevenzione porta frutti come vediamo in diverse parti del mondo dove la Chiesa si impegna da tempo in modo consistente e sostenibile». Questa è la convinzione di Padre Hans Zollner (gesuita, presidente del Centre for Child protection dell’Università Gregoriana e membro della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori). «Dal 1992, con Giovanni Paolo II, poi con Benedetto XVI e adesso con Papa Francesco – ha spiegato Zollner – nelle linee guida sulla formazione sacerdotale abbiamo tutti gli elementi necessari: ad esempio la questione della selezione dei candidati tramite processi che prevedono colloqui con i responsabili della formazione ma anche il coinvolgimento esplicito di psicologi e psichiatri, attraverso test e interviste». «Siamo qui a Firenze – ha aggiunto – perché la Conferenza episcopale toscana si avvale già da tempo di una equipe che fa questo tipo di servizio. Psicologi e psichiatri non danno la parola ultima, che spetta al vescovo o al Provinciale nel caso di religiosi, che però devono tenere conto del parere di esperti». «All’istituto di psicologia della Gregoriana – ha concluso – lavoriamo da 45 anni su questi temi, offrendo formazione a chi si occupa di formazione nei seminari e negli istituti religiosi. La rete che il nostro Centre for Child Protection della Gregoriana crea vuole facilitare la comunicazione e favorire lo scambio dei migliori modelli di prevenzione, adattati al rispettivo contesto socio-culturale ed ecclesiale».
Tra i vari interventi è stata inoltre rappresentata la prospettiva dei formatori, quella dei seminaristi e anche la prospettiva delle vittime degli abusi. «Solo l’ascolto delle vittime ci mette in contatto con la realtà di ciò che è avvenuto in una persona, facendoci attraversare i vari livelli di dolore»: lo ha affermato Anna Deodato, che ha ascoltato le testimonianze di numerose vittime raccogliendole in un libro intitolato Vorrei risorgere dalle mie ferite. Donne consacrate e abusi sessuali (EDB). Luisa Bove è invece autrice del libro Giulia e il lupo. Storia di un abuso sessuale nella Chiesa” (Ancora editrice): secondo lei «prevenire le azioni di abuso è un lavoro molto delicato: credo che la Chiesa si stia muovendo seriamente, ma occorre fare molto. È una strada che non ha fine, il lavoro di formazione e accompagnamento deve continuare nel tempo».