Sono entrati insieme in Seminario, nel settembre 2003, ed hanno compiuto insieme tutto il percorso che li porterà al sacerdozio: parliamo di Andrea Guglielmi ed Alessio Santini, i due diaconi che saranno ordinati presbiteri, per l’imposizione delle mani del Vescovo Simoni, domenica 31 gennaio, alle 16, nel Duomo di Prato. Andrea è nato a Prato il 28 ottobre 1980, è geometra ed ha frequentato tre anni di ingegneria; la sua formazione religiosa è fortemente legata alla parrocchia del Soccorso ed al gruppo nel quale è maturata la sua vocazione. «Fino all’anno prima di entrare in Seminario – ci ha detto – non avevo proprio pensato di diventare prete; ho sempre frequentato la parrocchia ed ero nel gruppo dopo cresima; certo, il vissuto del Soccorso è molto coinvolgente ed in un periodo della mia vita – ha proseguito Andrea – ci trascorrevo molto tempo, tutti i giorni». Quando il gruppo dopo cresima è diventato vocazionale, «grazie a don Marco Pratesi, a Giuliano e Livia Ramponi, che hanno investito molto su di noi, – ha ammesso Andrea – abbiamo conosciuto ed incontrato tante persone con esperienze differenti che ci hanno aiutati a capire in quanti modi si possa vivere la fede». Andrea deve la sua vocazione a questa esperienza di gruppo, così forte e significativa: «in particolare, – ci ha detto – credo che all’inizio della mia ricerca ci sia un campo vocazionale del 2001; anche se poi la mia decisione è maturata lentamente, nel gennaio 2002; però decisi di aspettare un anno prima di entrare in Seminario». La famiglia Guglielmi, dopo qualche perplessità iniziale, ha sostenuto ed appoggiato le scelte di Andrea che dunque, in questi anni, ha potuto contare sulla comunità parrocchiale, su quella del Seminario e sulla sua famiglia. Fra le preoccupazioni di Andrea c’è indubbiamente il timore della solitudine: «quella legata al celibato è inevitabile, invece mi fa un po’ paura l’idea di affrontare da solo il mio ministero; la mia è una storia comunitaria e penso che non sia normale che un prete viva isolato, i contesti comunitari sono necessari; poi i modi concreti li vedremo». Negli ultimi due anni, Andrea ha vissuto il tempo libero e le vacanze nella casa di via Lazzerini, che accoglie ragazzi affidati alla parrocchia del Soccorso: «Non sono un operatore classico, ma una specie di fratello maggiore che cammina con loro; ho sempre vissuto la realtà della comunità parrocchiale – ammette Andrea – quindi mi piacerebbe continuare e vorrei poter portare avanti questo impegno». Per prepararsi all’ordinazione, Andrea trascorrerà una settimana di esercizi spirituali a Roma. Nato a Prato il 28 aprile 1977, Alessio è ragioniere ed ha lavorato presso uno studio commerciale; poi, nel settembre 2003, è entrato nel Seminario di Prato. «Per me la vocazione è stato prendere coscienza di quello che ero e che era già in me, – ci ha detto Alessio – più che un lavoro di costruzione, è stata una semplificazione, un riconoscere quel vento semplice e silenzioso che non sai né da dove viene, né dove va, ma lo senti e allora respiri questo soffio e lo accogli». All’inizio c’è stata un po’ di resistenza, un non voler vedere, poi, ha aggiunto Alessio, «ho accolto l’evidenza di una Presenza nella mia vita che non ho scelto, ma ha scelto me». A casa Santini, pur non sapendo fino in fondo cosa significhi avere un figlio prete, sono contenti, nonostante alcuni timori iniziali. «Chi mi ha aiutato di più, oltre al priore, don Abeti, e mons. Carlo Stancari, che mi hanno accompagnato nel cammino di questi anni, – ha ammesso Alessio – sono i ragazzi della parrocchia: i giovani non hanno bisogno di qualcuno che faccia le cose per loro, ma cercano chi sta con loro in un certo modo; se ai ragazzi vuoi bene davvero, non devi dare loro te stesso, ma il Signore». Per Alessio è chiaro: «Il prete non è l’uomo del sociale, quello che risolve i problemi, ma quello che porta Gesù; è colui che aiuta a far capire che la chiave di tutto è il Signore; è uno che dice camminiamo insieme alla presenza di Cristo». Emozionata, partecipe, affettuosa, la comunità parrocchiale di Grignano è molto vicina al «suo» Alessio. «Mi colpisce che, a tutti i livelli, la gente mi guardi con occhi positivi perché, forse, – ipotizza – vede in me un mistero più grande di tutti noi e questo provoca anche in me un misto di contentezza e di paura: perché il vero problema è che un prete ha tutto, ma niente è suo, né le persone, né le cose. Il prete – prosegue – deve essere un uomo libero, perché solo chi è libero porta il Signore e non se stesso, ama le persone senza strumentalizzarle». La figura di S. Pietro ha sempre accompagnato Alessio: «è un duro, un po’ zuccone, che sente tutto il peso della propria debolezza, ma il Signore non si scoraggia, non si spaventa e continua a fidarsi di lui». È così che Alessio si vede: «Non vado avanti per le mie forze, – dice – ma perché il Signore mi guarda con simpatia; e questo deve essere un prete: uno che dà speranza agli altri, perché, se è avvolto dalla Grazia di Dio, tutto diventa opportunità, anche il peccato è occasione di vita nuova ed il male può essere trasformato in bene». La prossima settimana, Alessio si recherà ad Assisi per gli esercizi spirituali in preparazione all’ordinazione presbiterale. Don Andrea celebrerà la prima messa nella parrocchia del Soccorso, domenica 7 febbraio, alle 10; mentre don Alessio, nello stesso giorno, alle 10,30, la celebrerà a Grignano. (dal numero 2 del 17 gennaio 2010)