Firenze

Presenza e ruolo della Vita Consacrata e forme di collaborazione nella pastorale diocesana

di don Bruno Simonetto* Nella Seduta del Consiglio Pastorale Diocesano del 4 Giugno scorso si è tenuta dal Delegato Arcivescovile per i Religiosi una Relazione introduttiva sulla “Presenza e ruolo della Vita Consacrata e forme di collaborazione nella pastorale diocesana“. Ne riportiamo i passaggi essenziali, corredati da alcuni dati statistici sulla presenza delle persone consacrate, secondo la loro tipologia. Un discorso sulla presenza e ruolo della VC e sulle possibili forme di collaborazione nella Pastorale diocesana, per essere ben capito, comporta. di per sé una conoscenza almeno elementare degli Ordini e Istituti religiosi in Diocesi [compresi quelli dei Consacrati Secolari]. E ciò perché – ovviamente – il primo e più importante servizio alla Chiesa che i Religiosi sono chiamati a dare è lo specifico carisma di ognuno: “forma vitae” e testimonianza al Vangelo secondo, appunto, la loro identità carismatica. Do per scontata questa conoscenza; almeno in linea di massima. Intanto, però, alcuni dati statistici sui Religiosi/e presenti nell’Arcidiocesi fiorentina [come riportato nell’Annuario diocesano 2010, di recentissima stampa]. Nella Diocesi di Firenze ci sono, per il ramo maschile: 4 Monasteri, 1 Eremo e 43 Comunità religiose, per un totale di 290 Consacrati. Di questi, fra Monaci e Religiosi presenti in Diocesi, 82 hanno incarichi diocesani [e 32 di essi sono Parroci o Amministratori Parroci, senza contare diversi altri Vicari parrocchiali. Perciò, fra l’altro, i Religiosi hanno la cura pastorale del 10% del totale delle 315 Parrocchie dell’Arcidiocesi]. Più numerosa la presenza delle Consacrate femminili, che contano: 11 Monasteri, 2 Eremi e 149 Comunità religiose, per un totale di poco più di 1600 Consacrate. Infine, ci sono 16 Istituti Secolari, con un totale di 120 membri (quasi tutte donne). L’ouverture introduttiva della riflessione dettata dal Delegato Arcivescovile per la Vita Consacrata ha preso l’avvio dai Documenti conciliari del Vaticano II, citando, per tutti, la Costituzione dogmatica sulla Chiesa “Lumen gentium” che ai numeri 44 e 45 parla dell’inserimento dei Religiosi nel mistero della Chiesa sposa e nell’apostolato della Chiesa mandata al mondo. E dal Decreto “Christus Dominus” [sull’Ufficio pastorale dei Vescovi] che tocca esplicitamente il tema dei Religiosi in quanto collaboratori del Vescovo nel suo compito pastorale nell’ambito della Chiesa particolare; e, reciprocamente, della responsabilità del Vescovo nei riguardi delle Comunità religiose della sua Diocesi. Temi che – è stato ricordato – sono stati poi sviluppati ampiamente sia sulle norme di applicazione del “Motu proprio” di Paolo VI “Ecclesiae Sanctae” [nn. 22-40], sia, e più ancora, negli orientamenti del Documento “Mutuae Relationes” della “Congregazione per gli Istituti religiosi e secolari”, del 14 Maggio 1978, sia da quella che può essere considerata la “magna charta” del più recente Magistero della Chiesa in materia, l’Esortazione apostolica post-sindoale sulla “Vita Consacrata” di Giovanni Paolo II [25 Marzo 1996]. Di quest’ultimo Documento vengono riportate due importanti citazioni, anche perché diversamente qualche membro del CPD potrebbe non averle presenti nel contesto del dibattito che seguirà sull’argomento nella prossima Seduta di Consiglio. 1. – Prima citazione. Sotto il significativo titoletto del paragrafo “Sentire cum Ecclesia”, è detto: “Un grande compito è affidato alla vita consacrata anche alla luce della dottrina sulla Chiesa-comunione, con tanto vigore proposta dal Concilio Vaticano II. Alle persone consacrate si chiede di essere davvero esperte di comunione e di praticarne la spiritualità, come «testimoni e artefici di quel “progetto di comunione” che sta al vertice della storia dell’uomo secondo Dio». Il senso della comunione ecclesiale, sviluppandosi in spiritualità di comunione, promuove un modo di pensare, parlare ed agire che fa crescere in profondità e in estensione la Chiesa. La vita di comunione, infatti, «diventa un segno per il mondo e una forza attrattiva che conduce a credere in Cristo […]. In tal modo la comunione si apre alla missione, si fa essa stessa missione», anzi «la comunione genera comunione e si configura essenzialmente come comunione missionaria». Nei Fondatori e nelle Fondatrici appare sempre vivo il senso della Chiesa, che si manifesta nella loro partecipazione piena alla vita ecclesiale in tutte le sue dimensioni e nella pronta obbedienza ai Pastori, specialmente al Romano Pontefice. In questo orizzonte di amore verso la Santa Chiesa, «colonna e sostegno della verità» (1 Tm 3, 15), ben si comprendono la devozione di Francesco d’Assisi per «il Signor Papa», l’intraprendenza filiale di Caterina da Siena verso colui che ella chiama «dolce Cristo in terra», l’obbedienza apostolica e il sentire cum Ecclesia di Ignazio di Loyola, la gioiosa professione di fede di Teresa di Gesù: «Sono figlia della Chiesa». Si comprende anche l’anelito di Teresa di Lisieux: «Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore». Simili testimonianze sono rappresentative della piena comunione ecclesiale che santi e sante, fondatori e fondatrici, hanno condiviso in epoche e circostanze fra loro diverse e spesso molto difficili. Sono esempi ai quali le persone consacrate devono fare costante riferimento, per resistere alle spinte centrifughe e disgregatrici, oggi particolarmente attive […]” [VC, 46]. 2. – Seconda citazione. L’Esortazione apostolica “Vita Consecrata” dedica un paragrafo specifico [cfr. n. 48] al ruolo che spetta alle persone consacrate all’interno delle Chiese particolari: Dice: “Un ruolo significativo spetta alle persone consacrate anche all’interno delle Chiese particolari. È questo un aspetto che, partendo dalla dottrina conciliare sulla Chiesa come comunione e mistero e sulle Chiese particolari come porzione del Popolo di Dio nelle quali «è veramente presente e agisce la Chiesa di Cristo una, santa, cattolica e apostolica», è stato approfondito e codificato in vari documenti successivi. Alla luce di questi testi appare in tutta evidenza il fondamentale rilievo che la collaborazione delle persone consacrate con i Vescovi riveste per l’armonioso sviluppo della pastorale diocesana. Molto possono contribuire i carismi della vita consacrata all’edificazione della carità nella Chiesa particolare […]. È compito degli Ordinari dei luoghi conservare e tutelare tale autonomia. Pertanto ai Vescovi è chiesto di accogliere e stimare i carismi della vita consacrata, dando loro spazio nei progetti della pastorale diocesana […].Una diocesi che restasse senza vita consacrata, oltre a perdere tanti doni spirituali, appropriati luoghi di ricerca di Dio, specifiche attività apostoliche e metodologie pastorali, rischierebbe di trovarsi grandemente indebolita in quello spirito missionario che è proprio della maggioranza degli Istituti. È pertanto doveroso corrispondere al dono della vita consacrata, che lo Spirito suscita nella Chiesa particolare, accogliendolo generosamente con rendimento di grazie” [VC, 48]. * * * A questo punto il Relatore si è chiesto: “Come sono dai nostri Religiosi/e e Consacrati nel secolo – con il loro “prolungamento carismatico” costituito dai laici che condividono lo spirito del loro specifico servizio alla Chiesa – vissute e interpretate queste esigenze spirituali-apostoliche?” E ha dato in proposito una risposta interlocutoria: è un interrogativo molto impegnativo, al quale non è facile rispondere. E, comunque, una risposta va cercata per le singole aree di pastoralità che gli Istituti esprimono: spiritualità – evangelizzazione – carità, con l’aiuto dei Confratelli e le Sorelle religiosi presenti in CPD: Brovedani p. Ennio, gesuita, Espen p. Mauro, dei Barnabiti [Segretario diocesano CISM], Gianni dom Bernardo, dei Benedettini Olivetani, Priore di San Miniato, Roncari p. Giovanni, dei Frati Cappuccini, fra l’altro Parroco ai “Santi Francesco e Chiara” a Montughi, e p. Stefano p. Messina, degli Oblati di Maria Immacolata, Direttore dell’Ufficio Missionario diocesano. Tra le Religiose: sr. Manuela Latini, delle “Figlie della Carità”, Segretaria diocesana USMI, sr. Carmela Prencipe, delle “Stabilite nella Carità”, e sr. Gabriella Santori, delle Sorelle della Consolata. Gli Istituti Secolari sono rappresentati da Laura Lolli. Il Relatore ha, intanto, riferito di alcuni contributi fattigli giungere da Confratelli religiosi presenti nel Consiglio Presbiterale Diocesano: P. Paolo Fantaccini, Ministro Provinciale ofm, don Gianni D’Alessandro, Salesiano Parroco della “Sacra Famiglia”, e don Domenico Avogadro, Superiore dei Padri Sacramentini dell’Eremo di Lecceto. Ecco la sintesi di questi contributi “informativi”. a] Da P. Paolo Fantaccini, Ministro Provinciale ofm: “Nell’ambito della Diocesi di Firenze l’attività pastorale dei Frati Minori, oltre ala responsabilità della Parrocchia di San Francesco [di P.zza Savonarola], abbiamo al “Monte alle Croci” una Sede di evangelizzazione per la Provincia Toscana dell’Ordine: con Missioni al popolo, missioni ad gentes e in Terra Santa. Da tempo, il Responsabile delle nostre missioni ad gentes collabora con l’Ufficio missionario diocesano, partecipando ai vari Incontri di formazione per i laici. E da un paio di anni sono state fatte missioni in Parrocchie fiorentine: a “Sant’Ilario a Colombaia” e a “Santa Maria Regina della Pace” [e, nell’ambito di questa Parrocchia, si è svolta attività di evangelizzazione del vicino “polo universitario umanista”]. Nella Parrocchia di San Francesco si è concluso il 1° ciclo del cammino “I dieci Comandamenti”; ad ottobre si inizierà un 2° ciclo”. b] Da don Gianni D’Alessandro, Salesiano Parroco della “Sacra Famiglia”: “I Salesiani sono presenti a Firenze dal 1881 [fu Don Bosco ad aprire la nostra Comunità]. In 130 anni di storia si sono impegnati sia nel settore della Scuola che nella pastorale parrocchiale, con attenzione particolare a quella giovanile. Attualmente la Comunità Salesiana è composta da 21 confratelli [13 Salesiani sacerdoti, 5 Salesiani laici, 3 Salesiani studenti:. Le età sono diverse; alcuni sono molto anziani]. Sosteniamo, tuttavia, molte attività, nell’ambito della Parrocchia, della Scuola, dell’ Oratorio–Centro Giovanile, con la sua emanazione dell’U.S. “Sales”, oltre alla Libreria LDC e al Cinema-Teatro “Sala Esse”. c] Da don Domenico Avogadro, Superiore dei Padri Sacramentini dell’Eremo di Lecceto, alcune note sulla Casa di Spiritualità “Eremo di Lecceto”, a più di vent’anni dall’inizio della sua attività. * Il Card. Silvano Piovanelli, in occasione della inaugurazione della Casa di Spiritualità, scrisse alla Comunità sacramentina, a cui è stata affidata l’animazione e la gestione della Casa: “Il desiderio e la preghiera è che Lecceto, più che un raggio riflesso di luce, sia un roveto ardente, come il roveto del Sinai: un roveto che brucia sempre; a cui non ci si può avvicinare che con in piedi scalzi del silenzio e del raccoglimento; che fa risuonare nell’intimo il nome di Dio, che risuscita l’entusiasmo della missione in un mondo che anche senza saperlo, invoca il nome del Signore”. E nella foto-dedica: “affinché lo Spirito del Signore ravvivi la memoria di Lecceto nel presbiterio fiorentino e per tutti la Casa di spiritualità “Cardinale Elia Dalla Costa” sia luce dove si incontra Dio e ci si converte all’Amore…”. La Comunità dei Padri Sacramentini si è posta fin dall’inizio su questa linea per favorire il clima di spiritualità e di incontro con il Signore per tutta l’Arcidiocesi fiorentina.

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Il Relatore ha quindi indicato altre possibili forme di un sempre più pieno rapporto di collaborazione, anzi, di integrazione, tra il servizio degli specifici carismi dei Religiosi e i singoli Uffici pastorali in Diocesi: ad esempio, con gli Uffici della Catechesi e della Scuola, della Caritas, delle Missioni, della Cultura e delle Comunicazioni Sociali, riferendosi particolarmente allo “Stensen” dei Padri Gesuiti di Viale Don Minzoni, per questi ultimi due. Ancora: collaborazione per la crescita della dimensione di spiritualità del Clero e dei laici [con i loro Movimenti ed Associazioni], grazie alla presenza di alcuni “Centri di spiritualità” in Diocesi, come ad esempio quello ricordato dei Padri “Sacramentini” di Lecceto o del Monastero dei “Benedettini Olivetani” di San Miniato al Monte; o dei Padri “Carmelitani Scalzi” di Arcetri; il “Cenobio” di Monte Senario dei “Servi di Maria”, e il loro Santuario mariano dell’Annunziata”. E grazie a qualche Monastero “più vivo” in Diocesi. Infine, il Delegato per la Vita Consacrata ha sottolineato il fatto che, a suo modo di vedere, restano però aperti problemi di non poca importanza, per il futuro della Vita Consacra in Diocesi, accennando brevemente a due principali: a] Problemi vocazionali [e “rapporti migratori” con le Case all’Estero di Istituti religiosi femminili, con la molto scarsa attività di promozione vocazionale sul nostro territorio]. Il processo di invecchiamento segna un’età media dei Religiosi inesorabilmente avanzata: siamo di sicuro nell’età pensionabile! E ciò pone, fra l’altro, il problema – di non sempre facile soluzione – della formazione del Personale laico che sta ormai coprendo ruoli non secondari nelle nostre strutture [nelle Scuole gestite da Istituti religiosi, sia maschili che femminili, ad esempio; o nelle strutture di accoglienza e di ricovero, come i Pensionati e le Case di Cura, ecc.]. b] Il problema dei Monasteri femminili: dei 10 esistenti [quasi tutti “in coma profondo”, a proposito di Vocazioni!] probabilmente si porrà prima o poi il discorso di una “rivisitazione” della loro presenza numerica, prospettando l’eventualità di un futuro accorpamento, per Ordine religioso, degli stessi. * * * È poi brevemente intervenuta sr. Manuela Latini, che ha ricordato fra l’altro come si porrebbe la necessità di promuovere, nella nostra Facoltà Teologica dei Corsi di studio sulla teologia della Vita Consacrata, anche per garantire un reciprocità di maggiore conoscenza e stima fra Sacerdoti, Religiosi e Laici nella nostra Arcidiocesi. Il “dibattito” resta aperto al contributo del CPD nella prossima Seduta, presumibilmente verso la fine del Settembre prossimo. *Delegato Arcivescovile per la Vita Consacrata