Prato

Bilancio sociale della Fondazione Opera Santa Rita

Nel 2003 accolti nelle varie strutture 1005 ospiti. Il 77% dei dipendenti sono donne.

Crescita” e “cambiamento”. Sono queste le due parole chiave del bilancio sociale 2023 della Fondazione Opera Santa Rita. Il termine “crescita” riflette il percorso di sviluppo e miglioramento continuo intrapreso dai ragazzi e da tutto il personale. “Cambiamento” simboleggia invece la capacità di adattamento e trasformazione di fronte alle nuove sfide.

Complessivamente nel 2023 la Fondazione ha accolto 1005 ospiti, un numero leggermente superiore a quello del 2022 (erano 996). Nonostante dal 2018 il numero degli utenti sia in continua crescita, non tutti i servizi messi a disposizione dal Santa Rita hanno avuto la copertura totale dei posti a disposizione. Andando nel dettaglio degli utenti la maggior parte (492), sono minori autistici, seguiti dai minori in situazione di disagio sociale e minori stranieri non accompagnati (285). Oltre a minori ed adolescenti, non mancano però anche gli adulti.

Alla fine dello scorso anno erano presenti in organico 230 dipendenti, di questi il 77% sono donne.

Nel 2023, sono stati realizzati significativi investimenti nella formazione del personale e nel benessere dei collaboratori. È stato attivato un accordo sindacale di welfare aziendale per favorire la conciliazione tra vita privata e professionale, migliorando il clima lavorativo e stimolando la crescita professionale e personale.

La Fondazione ha continuato a rafforzare il legame con il territorio attraverso vari progetti di inserimento lavorativo e iniziative socio-educative. Nel 2023 è stata aperta una nuova struttura per madri con bambini, la casa madre bimbi “Arancio”, che accoglie tre nuclei familiari. Si tratta della terza struttura con questa finalità gestita dalla Fondazione.

“Il 2023 è stato un anno caratterizzato da una significativa crescita e sviluppo per la nostra organizzazione – ha detto la presidente della Fondazione Opera Santa Rita Renza Sanesi – Abbiamo vissuto un periodo di ampliamento dei servizi offerti e, soprattutto, abbiamo investito in maniera consistente sulla formazione e sulla crescita personale di chi lavora con dedizione e passione all’interno dell’ente. Questo impegno ha migliorato le competenze professionali del nostro personale e ha anche rafforzato il senso di appartenenza e collaborazione, valori fondamentali che da sempre guidano la nostra missione. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere questo anno un anno di crescita” ha aggiunto Sanesi.

Non mancano le criticità, legate soprattutto alla carenza di risorse umane, ovvero di figure professionali educative e sanitarie idonee al terzo settore, sempre più difficili da reperire: “Su questo dovremo attivarci, pensare a tavoli di lavoro, costituire un osservatorio per migliorare le risposte, che sono diverse rispetto alle richieste puramente sociali. Le richieste che arrivano dal disagio hanno anche necessità sanitarie” ha concluso Sanesi.

“Il 2023 è stato importante per valorizzare la ricchezza dei 90 anni di storia in vista del 2024 attraverso una ricerca negli archivi storici della Fondazione, una ricchezza che deve essere valorizzata soprattutto nella proiezione di visione del Santa Rita che sarà nei prossimi anni, un ente solido e capace di essere punto di riferimento della comunità – ha detto la direttrice della Fondazione Opera Santa Rita Nicoletta Ulivi – Questo anno è stato caratterizzato da un intreccio tra passato e futuro, tempo nel quale la Fondazione potrà svolgere un ruolo ancora più strategico nelle politiche di co-programmazione di questo territorio attraverso la ricerca scientifica, la prontezza nel dare risposte ai bisogni con una particolare vocazione alle emergenze di questo nostro territorio”.

Alla presentazione del bilancio sociale ha partecipato anche il vescovo di Prato Giovanni Nerbini: “Pur conoscendo molto bene la realtà del Santa Rita, sono rimasto sorpreso per la quantità di iniziative che sono sorte in questi anni a favore della popolazione, soprattutto per quella fetta di persone più bisognose di aiuto, perché più fragili. Questo è motivo di soddisfazione, ma anche una sfida per il presente ed il futuro a fare sempre meglio per questa finalità” ha detto monsignor Nerbini.