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«Prendiamo il largo»
1. Siamo raccolti intorno all’altare del Signore per celebrare la sua ascensione al Cielo. Abbiamo udito le sue parole: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni… fino agli estremi confini della terra” (At 1,8). Da duemila anni queste parole del Signore risorto spingono la Chiesa “al largo” della storia, la rendono contemporanea di tutte le generazioni, ne fanno il fermento di tutte le culture del mondo.
Le riascoltiamo oggi per accogliere con rinnovato fervore l’imperativo “duc in altum! – prendi il largo!” – rivolto un giorno da Gesù a Pietro: un imperativo che ho voluto far riecheggiare in tutta la Chiesa nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, e che alla luce dell’odierna solennità liturgica assume un significato ancor più profondo. L’altum verso cui la Chiesa deve andare, non è soltanto
Certo, contemplare il cielo
2. E’ appunto per ravvivare questa consapevolezza, che ho voluto convocare il
La natura missionaria della Chiesa affonda le radici in questa
La natura missionaria della Chiesa, che parte dal Cristo, trova sostegno nella collegialità episcopale ed è incoraggiata dal Successore di Pietro, il cui ministero mira a promuovere la comunione nella Chiesa, garantendo l’unità in Cristo di tutti i fedeli.
3. Fu proprio questa esperienza che fece di Paolo l’«apostolo delle genti», portandolo a percorrere gran parte del mondo allora conosciuto, sotto la spinta di una forza interiore, che lo obbligava a parlare di Cristo: “Vae mihi est si non evangelizavero – Guai a me se non predicassi il vangelo!” (1 Cor 9, 16). Ho voluto anch’io, nel recente
Bello è stato anche l’incontro con i musulmani. Come durante il tanto desiderato pellegrinaggio nella Terra del Signore, compiuto nel corso del Grande Giubileo, ho avuto occasione di mettere in rilievo i vincoli particolari della nostra fede con quella del popolo ebraico, così è stato molto intenso il momento di dialogo con i credenti dell’Islam. Il Concilio Vaticano II, infatti, ci ha insegnato che l’annuncio di Cristo, unico Salvatore, non ci impedisce, al contrario ci suggerisce, pensieri e gesti di pace verso i credenti appartenenti ad altre religioni (cfr Nostra aetate, 2).
4. Mi sarete testimoni! Queste parole di Gesù agli apostoli prima dell’Ascensione determinano bene
La Chiesa si trova oggi ad affrontare
Problemi ulteriori derivano dal
E che dire poi di quanto va emergendo
Il Concistoro ha riflettuto ampiamente su alcuni di questi problemi, sviluppando analisi approfondite e proponendo meditate soluzioni. Diverse questioni saranno riprese nel prossimo Sinodo dei Vescovi, che si è dimostrato valido ed efficace strumento della collegialità episcopale, al servizio delle Chiese locali. Vi sono grato, venerati Fratelli Cardinali, per i preziosi contributi da voi ora offerti: da essi intendo trarre
5. Il mistero dell’Ascensione ci spalanca oggi dinanzi
Ci dà forza inoltre lo
Sì, miei cari Fratelli e Sorelle! Non saremo soli a percorrere il cammino che ci attende. Ci accompagnano i sacerdoti, i religiosi ed i laici, giovani e adulti, seriamente impegnati per dare alla Chiesa, sull’esempio di Gesù, un volto di povertà e di misericordia specialmente verso i bisognosi e gli emarginati, un volto che splenda per la testimonianza della comunione nella verità e nell’amore. Non saremo soli, soprattutto perché con noi ci sarà la Trinità Santissima. Gli impegni che ho affidato come consegna a tutta la Chiesa nella Novo millennio ineunte, i problemi sui quali il Concistoro ha riflettuto, non li affronteremo con forze soltanto umane, ma con la potenza che viene «dall’alto». E’ questa la certezza che trova continuo alimento nella contemplazione di Cristo asceso al cielo. Guardando a Lui, accogliamo volentieri il monito della Lettera agli Ebrei, a mantenere “senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso” (10,23).
Il nostro rinnovato impegno si fa canto di lode, mentre con le parole del Salmo additiamo a tutti i popoli del mondo Cristo risorto e asceso al cielo: “Applaudite, popoli tutti, acclamate Dio con voci di gioia… Dio è re di tutta la terra” (Sal 46/47,1.8).
Con rinnovata fiducia, dunque, “prendiamo il largo” nel suo nome!