Vita Chiesa

Pregare in due

DI RICCARDO BIGIPregare in due: una cosa che poche coppie riescono a fare. Se già è difficile, al giorno d’oggi, trovare tempo e silenzio per pregare da soli, figuriamoci se una coppia di fidanzati o di sposi riesce a trovare occasioni per leggere insieme la Bibbia, o rivolgersi a Dio. Eppure, i documenti della Chiesa oggi mettono al centro la famiglia e insistono molto sulla necessità di una «spiritualità familiare».«La mia esperienza mi dice che l’esigenza è sempre più sentita: ci sono molte coppie che vorrebbero pregare insieme, ma non sanno da che parte cominciare».

Ad affermarlo è don Paolo Curtaz, prete valdostano (è parroco nelle vallate vicine al Gran Paradiso) che tiene, tra le altre cose, incontri di preghiera e di riflessione per coppie. La sua vivacità, la profondità e l’originalità delle sue omelie hanno reso don Paolo molto popolare tra i tanti che frequentano le sue valli in estate o in inverno: tanto che, per rispondere alle richieste che gli arrivavano da tutta Italia, ha creato un sito internet (www.tiraccontolaparola.it) in cui si possono trovare le sue meditazioni, che vengono anche inviate per posta elettronica a chi si iscrive alla «mailing list».

Con la San Paolo ha pubblicato «Cristiano stanco?» (2004) e «Convertirsi alla gioia» (2005). Il suo nuovo libro, «In coppia con Dio», è proprio una grintosa e vivace riflessione sul rapporto di coppia e sulle dinamiche (affettive, erotiche, spirituali) dell’amore, viste alla luce della Parola di Dio. Vengono toccati anche temi delicati come la sessualità, la convivenza, il divorzio, la fecondazione assistita, l’educazione dei figli.

Allora, don Paolo, cos’è che rende difficile pregare in due?

«Lo si fa poco anche per pudore: paradossalmente ci si vergogna di aprire il proprio cuore alla preghiera, accanto alla persona con cui si ha più intimità. Sicuramente è un’esperienza nuova, ancora da costruire, diversa dal semplice pregare in famiglia. Penso ad esempio alla preghiera prima dei pasti o alla novena di Natale con i bambini, davanti al presepe: cose, anche queste, che si fanno poco, ma sulle quali c’è più abitudine. Qui si tratta di una cosa diversa: marito e moglie che si presentano insieme davanti a Dio, come un corpo e un’anima sola. È bello anche pregare con i figli, ma non può sostituire la preghiera di coppia».

Ci sono dei consigli da seguire, per chi vorrebbe provare ma non sa da che parte cominciare?

«La Liturgia delle Ore, che è bellissima, è perfetta per preti e monaci ma non per i laici: direi di più, che l’intero modello di preghiera tradizionale oggi è improponibile per la maggior parte delle persone che sono sempre di corsa, hanno mille impegni, distrazioni. Si tratta di costruire qualcosa di nuovo. Io di solito suggerisco alle coppie di prevedere un momento fisso, anche minimo, ogni giorno. Poi, siccome quasi tutti hanno internet, dico di scaricarsi il Vangelo del giorno, leggerlo insieme e concludere con una intenzione e un Padre Nostro. Questo secondo me è un buon inizio, poi però ogni coppia deve trovare la propria strada. I percorsi devono essere differenziati, tenere conto dei tempi, delle abitudini, del carattere delle persone. Tenere conto, ad esempio, che ci sono coppie sbilanciate dal punto di vista della fede».

Le capita mai di casi in cui una persona vorrebbe iniziare un cammino di preghiera di coppia, ma l’altro non è d’accordo?

«Eccome, se capita. In questi casi secondo me è meglio non forzare, non insistere troppo. La teologia ci dice che la fede di un coniuge sostituisce la fede dell’altro, perché Dio guarda alla coppia come un’entità unica».

Ci sono dei modelli da seguire?

«Ognuno, come ho detto, deve costruirsi il suo modello. Una cosa che mi chiedo spesso, per cercare di avere qualche illuminazione, è: come pregavano Maria e Giuseppe? Sicuramente lo facevano, eppure anche loro avranno avuto i loro pensieri, avevano da occuparsi di Gesù, tenere in ordine la casa…».

Lei scrive, nel suo libro, che quando due si sposano tutti sono contenti perché si sono «sistemati»: invece ci si trova davanti a due pazzi incoscienti che partono, senza saperlo, per un viaggio in una giungla piena di pericoli…

«Sì, è una battuta che dico spesso durante i matrimoni, tanto per far capire la fragilità del matrimonio: come la fede, anche l’amore muore se non si rinnova ogni giorno, se prevalgono abitudine, inerzia, noia».

Pregare insieme può anche aiutare le coppie in crisi. Lei ne incontra molte…

«Sì, tante coppie si rivolgono a me per raccontarmi le loro ansie, le loro difficoltà. Oggi le coppie sono molto sole, e non sono preparate ad affrontare la fragilità dell’amore. Molti ad esempio vanno in crisi dopo la nascita del primo figlio. Non saprei dire le ragioni, non sono un sociologo. Forse il fatto che entrambi i genitori lavorano, forse la fine del modello di “famiglia allargata” in cui c’erano sempre nonni, zii e cugini a dare una mano. Forse ci si aspetta troppo da se stessi come genitori, e ci si scopre inadeguati. Tutto questo crea fatica, disagio».

Che effetti può avere in questi casi la preghiera?

«Aiuta a conoscersi meglio, a riscoprire l’amore che unisce. Aiuta a non sentirsi soli in questo viaggio che è il matrimonio. Può avere anche effetti inaspettati: qualcuno ad esempio, tra le persone che mi capita di incontrare, mi racconta che il fatto di pregare insieme ti costringe a fare pace, se si è litigato, o a confrontarsi su incomprensioni che altrimenti resterebbero non dette».

Separazione, divorzio: qualcuno dice che la Chiesa è troppo dura su questi temi. Che ne pensa?

«È vero, la Chiesa è dura, esigente. Come duro ed esigente è il Vangelo. E la Chiesa deve essere fedele al Vangelo, non può cambiare per andare incontro alle richieste della gente. Però bisogna avere anche molta misericordia: lo ha detto anche Papa Benedetto proprio qui, in Val d’Aosta, nella mia chiesa. Chi vive queste esperienze, spesso viene a cercare nella Chiesa amore e accoglienza».

Nel suo libro lei affronta molti problemi, argomenti spinosi e delicati, ma non dimentica mai di sottolineare l’aspetto fondamentale: la bellezza dell’amore cristiano.

«Per forza: l’amore cristiano è splendido e Dio, che l’ha inventato, un genio. Noi cattolici abbiamo dalla nostra una forza straordinaria: il fatto che nessuno ha, sull’amore, una proposta così liberante, così appagante, così bella come quella del matrimonio cristiano. A me, come penso ad altri preti, capita spesso di incontrare coppie che decidono di sposarsi dopo un periodo di convivenza: la realtà è che non hanno trovato alternative valide al matrimonio. È un tesoro che non sempre, purtroppo, riusciamo a far risplendere. Questo chiama in causa i preti, ma più ancora le coppie cristiane: dovrebbero essere loro a dare testimonianza di questo tesoro. Io spero che un giorno non ci sia più bisogno che un prete si debba mettere a scrivere un libro su queste cose, perché ci saranno delle coppie di sposi in grado di spiegarle molto meglio i me».

Un sussidio per ogni occasioneSi intitola «Parla Signore, questa famiglia ti ascolta»: un sussidio, pubblicato dalla San Paolo, che può aiutare le coppie che vogliono pregare insieme. Il libro è scritto dal biblista don Piero Rattin e da Gregorio Vivaldelli che, oltre a insegnare Sacra Scrittura allo Studio Teologico di Trento, collabora insieme alla moglie Emanuela con l’ufficio nazionale di pastorale familiare della Cei. L’amore, il perdono, il dolore, la fatica, la gioia, le vacanze: tanti argomenti, tante occasioni da guardare alla luce dalla Parola di Dio. Ecco alcune delle preghiere proposte. Sull’amore di sposi«Si udranno ancora grida di gioia e di allegria, la voce dello sposo e quella della sposa» (Ger 33, 10-11). La nostra gioia, Signore, è di poter affrontare la vita come coppia. Grazie di questo privilegio. Aiutaci a vivere la letizia di amarci come sposi lungo tutte le stagioni della nostra vita matrimoniale» Sulla casa«Quanto a me e alla mia casa, noi vogliamo servire il Signore» (Gs 24,15). Signore, vorremmo affidare a te le chiavi di casa nostra: insegnaci ad aprirla alla freschezza della Buona Novella; fa’ di essa il luogo nel quale viviamo la nostra fede, tra sposi, con i nostri figli, i nostri parenti, i vicini. Trasforma la nostra casa in autentica Chiesa domestica. Nei conflittiPadre nostro, «buono e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore: Tu non continui a contestare e non conservi per sempre il tuo sdegno. Non ci tratti secondo i nostri peccati, non ci ripaghi secondo le nostre colpe» (Sal 102,8-10). Perché Tu vedi in noi non anzitutto dei peccatori, ma dei figli; e ami ciascuno con amore e predilezione. Lo Spirito che ci hai dato, a garanzia di questa preziosa dignità, ci renda capaci di assomigliare a te, o Padre. Gesù Cristo, tuo Figlio, nel quale ogni giorno ci ami e ci perdoni, ci faccia uscire dalle strettoie della ragione e del torto, e ci apra davanti la via spaziosa della comprensione e della riconciliazione. Di fronte alle preoccupazioniO Dio nostro creatore e Padre, «chi mai ha confidato in te ed è rimasto deluso» (Sir 2,10). Insegnaci a prenderci cura di noi stessi, della nostra famiglia, con onestà e saggezza, ma non permettere che l’affanno per il futuro pesi sul nostro cuore, tanto da renderci egoisti e cattivi gli uni verso gli altri. Fa’ che possiamo mettere al culmine di tutti i nostri pensieri il tuo Regno, la tua giustizia, e ci preoccupiamo anzitutto di fare la tua volontà. Ogni altra preoccupazione l’affidiamo a te, perché Tu sei nostro Padre. Tu vedi e provvedi, molto meglio di quanto sappiamo fare noi.