Anche la diocesi di Prato condivide e partecipa alla grande manifestazione di sabato 28 febbraio in difesa della città e del suo distretto tessile. Domani, venerdì 27, alle 21,15, in duomo, il Vescovo Gastone Simoni presiederà una veglia di preghiera, promossa dalla Pastorale sociale e del lavoro e dal Vicariato per laicato e aggregazioni ecclesiali. «Sarà un modo di prepararsi interiormente alla manifestazione della città del giorno dopo, un modo per trovare le motivazioni interiori alla solidarietà e all’attenzione verso chi è in difficoltà», spiega don Pierluigi Milesi, vicario episcopale al laicato. «Partiremo, infatti, dalla lettura di importanti testi della dottrina sociale della Chiesa». Un momento di riflessione dunque, a partire dai documenti del Magistero in tema di lavoro, e di preghiera per affrontare in modo consapevole e cristiano questo momento di forte crisi. Nei giorni scorsi era stata presentata l’iniziativa, quale ulteriore contributo della Chiesa locale alla crisi, della «Una tantum» di solidarietà per il fondo «Insieme per la famiglia». Dipendenti e imprese potranno devolvere 5 euro dal proprio stipendio di febbraio per il fondo gestito dalla Caritas a sostegno delle famiglie in difficoltà.In una lettera inviata a tutti i partecipanti alla manifestazione, «Prato non deve chiudere», il vescovo, che non potrà partecipare di eprsona per altri impegni pastorali, rivolge un “un pensiero affettuoso e solidale a quanti stanno già soffrendo loro e le loro famiglie a causa di una crisi così seria, così inedita, così preoccupante” e un “sincero plauso a coloro che a livello istituzionale, imprenditoriale, sindacale e finanziario si sono dati e si danno da fare, anche con notevoli sacrifici, per mantenere il massimo possibile della produzione e dell’occupazione”. Si dice fiducioso “che la manifestazione sia fortemente corale e unitaria oltre che pacifica e propositiva. Solo così infatti essa sarà un segno concreto di speranza, un segno tanto più prezioso quanto più in controtendenza con le divisioni e le inerzie generatrici di sfiducia e di paralisi”.“Prato – scrive ancora mons. Simoni – è mobilitata perché insieme alla Regione Toscana il Governo nazionale capisca di più che nel panorama generale della crisi economica, la crisi pratese riguardando il comparto tessile, che è quello di gran lunga maggioritario e determinante fra noi va considerata una delle punte più critiche e dolorose del malessere economico e sociale d’Italia. Spero anch’io, perciò, che questa mobilitazione non sia sottovalutata, per nessun motivo, a Roma”.Il vescovo di Prato auspica anche che “fra noi vincano più che nel passato i propositi di comportamenti maggiormente etici, solidali e legali attuati da tutti nei confronti di tutti, e che insieme si affermi una nuova stagione di saggezza e di creatività imprenditoriali a tutto campo, una stagione favorita dal sistema istituzionale e amministrativo, nazionale, regionale e locale, ma anche dal senso di giustizia e di solidarietà di quanti detengono e gestiscono finanze e capitali. I capitali, ricordiamolo accumulati col lavoro di moltissime persone devono servire al lavoro, e non solo al profitto. Il che, d’altra parte, richiama tutti quanti all’esigenza liberante di una maggiore sobrietà. Un po’ di digiuno quaresimale serve al benessere di tutti oltre che alla qualità morale, spirituale e religiosa della vita”.L’ultimo auspicio è “allorché domani un domani speriamo non troppo lontano la crisi sarà superata, Prato non perda di vista i panorami purtroppo sconfinati della miseria che grava sulla maggior parte degli uomini, delle donne e dei bambini sulla terra. Moltissimi immigrati fra noi ne sono un segno drammaticamente eloquente. Chi pensa e provvede ai più poveri «presta a Dio», sta scritto nella Bibbia. E Dio è infinitamente più affidabile di certe grandi centrali finanziarie di questo mondo”.