Arte & Mostre
Prato veste la liturgia. In mostra tesori tessili
Ora l’omaggio di minor risonanza ma, forse, più sentito. Quello alla Diocesi di Prato. In occasione infatti della conclusione ufficiale del 350° anniversario della sua istituzione, che avverrà il 26 dicembre, solennità patronale, gli imprenditori pratesi donano alla cattedrale il nuovo parato di S. Stefano. 29 casule, 5 piviali, 7 dalmatiche, 105 stole, per la celebrazione annuale del protomartire, protettore della città laniera e della sua Chiesa. Un vero e proprio evento liturgico ma anche culturale e manifatturiero: tessuti, iconologia e confezione sono originali e creati appositamente. «Dopo le tre grandi donazioni non potevamo mancare afferma Carlo Longo, presidente dell’Unione industriale di dare anche alla Chiesa pratese un segno del nostro ossequio ed una testimonianza del nostro lavoro, di quel lavoro che, riteniamo, nobilita la nostra terra e gli uomini che vi operano».
A giudicare dai campioni di tessuto (i capi confezionati non verranno mostrati fino al pontificale di S. Stefano), c’è da giurare che nella basilica cattedrale pratese l’effetto sarà di grande suggestione. Se è vero che quando si va a sostituire l’antico col contemporaneo c’è sempre chi storce la bocca, le nuovi vesti liturgiche tuttavia non hanno da temere confronti con il parato cinquecentesco che vanno a rimpiazzare definitivamente: si tratta dello splendido «coordinato» donato intorno alla fine del XVI secolo all’allora collegiata di S. Stefano dal suo proposto, il cardinale Alessandro de’ Medici, che pochi anni dopo sarebbe stato eletto Papa con il nome di Leone XI. Il pesante «velluto operato» di fine Cinquecento è sostituito ora da leggerissimi tessuti d’avanguardia, disegnati dall’artista pratese Lucia Cecchi. Dal suo bozzetto ha preso le mosse un accuratissimo lavoro di progettazione, a cominciare dalle armature e dai filati.
Il colore dominante, ovviamente, è il rosso della liturgia dei martiri, che trascolora però nell’oro. «L’originale tessuto spiega Cerretelli consente diversi livelli di lettura tra loro connessi, e si carica di significati e speranze, proponendo richiami alla reliquia simbolo di Prato, la Sacra Cintola (il fondo ne ripropone il motivo diagonale a canestro), a S. Stefano (le gocce di sangue), e auspici di pace (non la palma del martirio ma la toscanissima quanto simbolica foglia di olivo)».
Ma non soltanto i tessuti sono stati realizzati a Prato. Questa volta anche la confezione è avvenuta in loco. Insomma il distretto tessile per eccellenza si sta segnalando anche come laboratorio d’avanguardia per i paramenti liturgici. Nascerà un nuovo settore produttivo? Il Vescovo Gastone Simoni, che fin dal piviale del Giubileo, è stato un protagonista di queste operazioni, ha lanciato l’idea. C’è bisogno è il suo parere di novità e di qualità nella realizzazione dei paramenti, troppo spesso lasciati alle scadenti produzioni in serie. Gli imprenditori pratesi, per ora, sembrano più interessati a produzioni originali pensate per i grandi eventi. Quale sarà il prossimo?
È interessante vedere riflessi in questi particolari capi di abbigliamento i gusti e le mode di ogni epoca, fino ai manufatti contemporanei realizzati dall’imprenditoria pratese.