Toscana
Prato, turno elettorale all’insegna delle spaccature
Tra due litiganti il terzo gode. Ma l’outsider mancava. Così, per porre fine alla questione, c’è stato bisogno di un altro intervento esterno, quello del presidente della Regione. Claudio Martini ha praticamente imposto un suo uomo, Marco Romagnoli, tra i più importanti dirigenti regionali. Sarà lui a correre per l’Ulivo nella gara per la poltrona di sindaco di Prato. La sua scelta è stata una vera e propria sorpresa: un uomo «potente», ma fino a un mese fa quasi sconosciuto in città.
Duelli, colpi di scena e divorzi, dicevamo. Il centrodestra, che per mesi è stato in strategica attesa delle scelte degli avversari, si è trovato ben presto alle prese con i forti personalismi della coalizione: così l’uomo forse più in vista dell’alleanza, Massimo Taiti, capogruppo in Consiglio comunale di Forza Italia, è uscito dal partito e si è candidato a sindaco alla testa di una lista civica. Taiti aveva capito che la scelta sarebbe caduta su un esponente di Alleanza Nazionale e non ha voluto piegare la testa, proprio lui che un sondaggio dava tra i politici pratesi più conosciuti. Secondo copione qui hanno avuto non poco peso le logiche regionali la Casa delle Libertà ha così candidato il giovane avvocato Filippo Bernocchi di Alleanza Nazionale.
Ma divorzi e sorprese non sono finite qui. Quando ormai i giochi sembravano tutti fatti, le divisioni in casa Ds alla fine hanno prodotto una vera e propria frattura: uno dei politici più conosciuti, il già deputato Mauro Vannoni, si è tirato fuori fondando una propria lista collocata a sinistra dei Ds che, con tutta probabilità, vedrà il sostegno di Rifondazione Comunista. Un fatto che non è azzardato definire «storico» per il maggiore partito pratese, almeno dai tempi della scissione di Rifondazione.
Non manca anche un candidato della cosiddetta società civile: Sandro Ciardi, giovane imprenditore tessile, che ha fondato la lista «Giovani e famiglia». Fin qui, salvo sorprese dell’ultima ora, i contendenti per la successione al sindaco Fabrizio Mattei, eletto due volte consecutive (1995 e 1999) e quindi giunto al termine dei due mandati previsti dalla legge.
Ancora in movimento, invece, la situazione per la Provincia di Prato. Per la carica rivestita per due mandati da Daniele Mannocci (Ulivo), i due principali schieramenti mettono in campo l’attuale assessore all’ambiente e allo sport Massimo Logli (Ulivo), e un imprenditore tessile, Riccardo Bini (Casa delle libertà). Mentre andiamo in stampa non sappiamo ancora se le due liste civiche di Taiti e Vannoni presenteranno candidati anche per la Provincia.
Le difficoltà di questi mesi e la frammentazione del quadro politico quali effetti potranno avere sul voto? Sono in molti a chiederselo. L’effetto dei due «fuoriusciti» potrebbe farsi sentire sulle due principali coalizioni, rendendo anche meno improbabili i ballottaggi. Il secondo turno, tra l’altro, si rese necessario per la Provincia già alla prima elezione diretta, nel 1995. Non a caso nei Ds si è lavorato alacremente per portare nell’alleanza di centrosinistra anche Rifondazione Comunista, rimasta per nove anni all’opposizione. Ma la Margherita ha avversato l’idea fino a farla tramontare. Un effetto, comunque, le lunghe vicende di questi mesi lo hanno avuto. Di programmi, finora, si è parlato ben poco. Eppure la città, che sta attraversando una grave crisi strutturale del tessile, avrebbe un grande bisogno di idee.
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