Dopo 370 anni il reliquiario della Sacra Cintola è stato aperto per la prima volta dal Vescovo di Prato mons. Gastone Simoni. Questa mattina, intorno alle 11, nella cappella della cattedrale di Santo Stefano – dove si conserva la reliquia simbolo ecclesiale e civile della città laniera – il Capitolo dei Canonici ne ha effettuato la «ricognizione» in vista della sua traslazione nella nuova teca che avverrà durante la festa dell’8 settembre. L’esame ravvicinato ha confermato il buon stato di conservazione della reliquia che un’antichissima tradizione vuole sia appartenuta alla Madonna; la Vergine l’avrebbe consegnata in dono all’Apostolo Tommaso durante la sua Assunzione al cielo. Per aprire il cofano dell’altare dove viene conservato il reliquiario sono state necessarie le tre chiavi, una di proprietà del Capitolo della Cattedrale, le altre due del Comune di Prato, portate in duomo dal cerimoniere del Comune Giancarlo Calamai. È stato il cerimoniere vescovile, can. Luca Rosati, ad estrarre il reliquiario e ad aprirlo su un piccolo altare in legno, posto davanti alla cancellata. Ad assistere, oltre a tutti i canonici e a diversi sacerdoti, anche un piccolo gruppi di fedeli e di turisti; presiedeva il rito il Vescovo Simoni, assistito dal Vicario generale mons. Eligio Francioni. Don Rosati prima ha tolto con un cacciavite due viti, poi con una piccola chiave ha aperto il reliquiario. Simoni e Francioni sono stati i primi a poter toccare e vedere la Cintola da vicino, seguiti poi dai canonici. La Cintola è una sottile striscia (lunga 87 centimetri) di lana finissima di capra, di color verdolino, broccata in filo d’oro. Ad occhio nudo colpisce particolarmente il disegno a motivi intrecciati in broccato d’oro; gli estremi sono nascosti da una nappa su un lato e da una piegatura sul lato opposto (tenute da un nastrino in taffetas verde smeraldo). Dal suo inserimento nel reliquiario, avvenuto nel 1638, la reliquia non era mai stata vista direttamente. Sul buon stato di conservazione non c’erano particolari timori, ma la ricognizione ha permesso di fugare ogni dubbio in vista della traslazione. Durante il rito sono intervenuti brevemente il Vicario e il Vescovo; mons. Simoni ha sottolineato come la Cintola, dopo quasi novecento anni di presenza in città, «è fedele alla sua funzione di legare i pratesi a Maria e, tramite Lei, a Gesù».Conclusa la ricognizione, il reliquiario è stato riposto all’interno dell’altare, dove verrà conservato fino a domenica 7 settembre. Nel pomeriggio della vigilia della festa, infatti, secondo tradizione, il Sacro Cingolo sarà esposto alla venerazione dei fedeli sull’altare della Cappella, per poi essere di nuovo messo in mostra per l’intera giornata di lunedì.Alla sera dell’8 settembre, festa della Natività di Maria (la «Madonna della Fiera» come la chiamano i pratesi) dopo il Corteggio storico, intorno alle 22,30 circa, il Vescovo Simoni procederà alla traslazione della reliquia dall’antico al nuovo reliquiario, realizzato dal maestro padovano Giampaolo Babetto, uno dei più grandi artisti orafi italiani. La teca seicentesca, infatti, si sta deteriorando in modo preoccupante, tanto da costringere la proprietà, acquisito il parere della Soprintendenza competente e dell’Opificio delle Pietre Dure, a prendere la decisione di sostituirla. Nelle prossime settimane la vecchia teca, insieme alla «scatola» d’argento che la contiene, sarà in restauro; successivamente i due pregevoli manufatti saranno esposti nel Museo dell’Opera del Duomo. Il nuovo reliquiario è stato mostrato in anteprima ai canonici, che hanno espresso il loro compiacimento.