Italia

PRATO: questa volta la partita è aperta

di Gianni Rossi

Cinque anni fa i pratesi elessero sindaco un funzionario della Regione, pressoché sconosciuto in città. Lo aveva imposto il presidente toscano Martini (anche lui pratese) per chiudere la diatriba tra Margherita e Ds su chi, tra i due partiti, dovesse esprimere il candidato. Marco Romagnoli, il sindaco attualmente uscente, riscosse allora il 53%, ben venti punti in più del centrodestra. Un politico dell’opposizione, in modo un po’ impertinente, di fronte a quella vittoria schiacciante, disse allora che i pratesi avrebbero votato anche un asino, purché di sinistra. Sembrano passati anni luce, eppure sono solo cinque. Il candidato del Pd è stato scelto a sorpresa, scompaginando i disegni del vertice del partito, dalle primarie dello scorso febbraio. È Massimo Carlesi, 53 anni, direttore di banca, politico non di professione che è stato assessore ai trasporti e, in questa veste, ha inventato le Lam, le linee di bus ad alta mobilità che sono state esportate anche in altre città. È un ex diessino, cattolico praticante, già vicepresidente del Consiglio pastorale diocesano. La critica all’apparato e l’impegno per una politica più sobria e vicina alla gente gli hanno valso una vittoria schiacciante alle primarie, pochi mesi dopo il siluramento, da parte del Pd, del sindaco e del presidente della provincia Massimo Logli.

Sull’altro fronte (Pdl, Udc, Destra e liste civiche) il candidato è un cavallo di razza. Non politica, ma imprenditoriale. Roberto Cenni, 56 anni, è il patron della Sasch, una delle principali aziende italiane di abbigliamento, nota al grande pubblico per le catene di negozi sparse nel mondo e, soprattutto, per le indovinate sponsorizzazioni di Panariello prima e Miss Italia poi. È stato il primo e uno dei pochi imprenditori pratesi ad avere l’intuizione di completare la filiera del tessile, arrivando fino alla confezione e alla vendita dei capi finiti. Al tessile ha accompagnato, per molti anni, la presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, per cui vanta legami importanti con il mondo della cultura e della solidarietà. Dopo molti corteggiamenti e un iniziale diniego, Cenni ha accettato l’invito (giunto, sembra, direttamente da Berlusconi) di correre per la guida del Comune, presentandosi però come candidato civico. Ha perso così quota lo «sceriffo», Aldo Milone, ex assessore alla sicurezza, uscito dal Pd per fondare la lista «Prato libera & sicura», che inizialmente veniva accreditato con molte chanche. Comunque vada, niente sarà come prima. Non a caso in riva al Bisenzio va in scena in queste settimane una campagna elettorale diversa dal solito, dove l’ideologia sembra scomparsa, i partiti sono relegati dietro le quinte, le polemiche tra i candidati attutite e, anzi, perlopiù evitate. La partita, a lume di naso e in base ai (pochi) sondaggi, è molto aperta. Tra le due rilevazioni, una del Pd di oltre un mese fa, l’altra del Pdl di qualche giorno addietro, la differenza tra le due coalizioni è di circa tre punti percentuali. Saranno soprattutto gli indecisi a fare ora la differenza: e sembrano essere tanti, più del 30%.

Diverso, invece, lo scenario per la Provincia: il centrodestra, d’altronde, sembra aver voluto puntare tutto sul Comune capoluogo. Per Palazzo Banci Buonamici si è affidato alla giovane Cristina Attucci, sconosciuta ai più; l’Udc, tra l’altro, ha deciso di correre da solo, con l’avvocato, Francesco Querci. Il candidato del centrosinistra, Lamberto Gestri, sembra dunque il favorito.

Chiunque vinca, nel Comune di Prato, in Provincia e negli altri tre centri dove si vota (Vaiano, Vernio e Cantagallo) dovrà dare risposte concrete e immediate alla grave crisi economica che attanaglia una città che per decenni è stata l’emblema del benessere in Toscana. Otto persone al giorno, dall’inizio dell’anno, perdono il lavoro.