Un saluto particolare, tra relazioni istituzionali e amicizia personale, quello che il Vescovo di Prato Gastone Simoni ha rivolto al Sindaco di Prato Roberto Cenni, all’interno della Cappella del Sacro Cingolo nel pomeriggio di Santa Maria, 15 agosto. In quel luogo, cuore dell’identità e della storia pratesi, si è tenuta da tradizione l’Ostensione della reliquia mariana, la prima a cui ha partecipato Cenni con la fascia tricolore, accompagnato dal Gonfalone e dal Corpo dei Valletti del Comune. «Rivolgo un saluto particolare ha detto mons. Simoni non solo per dovere istituzionale ma, se permettete, con affetto al Sindaco Roberto Cenni. Come ho accolto, fin dal mio arrivo a Prato, i suoi predecessori e, insieme alla mia Diocesi, ho collaborato con le Amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, così intendo confermare ha sottolineato il Vescovo la volontà di collaborazione della Chiesa pratese, nella reciproca indipendenza, ma cordialmente e proficuamente, con il nuovo Sindaco e la nuova Giunta, per il bene della città». Nella basilica cattedrale erano presenti anche gli assessori Anna Beltrame, Rita Pieri, Adriano Ballerini, Giorgio Silli. Il Sindaco, giunto in duomo in corteo dal Palazzo Comunale, è stato accolto dal primicerio del Capitolo nonché Vicario generale mons. Eligio Francioni. Quando il Vescovo ha fatto ingresso nella cappella del Sacro Cingolo, un Cenni visibilmente emozionato lo ha abbracciato calorosamente. Poi è iniziato il rito dell’Ostensione, secondo la tradizione secolare. A mons. Francioni il Sindaco ha consegnato le due chiavi di proprietà del Comune che, insieme a quella di pertinenza della cattedrale, sono necessarie per aprire il cofano dell’altare dove è conservato il Sacro Cingolo. Estratta la reliquia, il Vescovo, accompagnato dal Sindaco, l’ha mostrata per tre volte prima all’interno del duomo dalla Loggia del Ghirlandaio, poi all’esterno, dal Pulpito di Donatello, per poi procedere alla benedizione. Sarà stato perché in città sono presenti più abitanti degli anni passati, sarà stata per la novità dell’abbinamento con la festa del cocomero, ma anche in piazza, nella parte coperta dall’ombra, c’erano quest’anno alcune centinaia di persone; il duomo, all’interno, era gremitissimo.L’invito finale del Vescovo è stato quello di «guardare in alto». Prendendo spunto dalla solennità dell’Assunzione di Maria e dal rito dell’Ostensione, con la gente protesa a guardare all’insù, mons. Simoni ha invitato tutti a pensare soprattutto al proprio rapporto con Dio, sganciandosi dalle troppe preoccupazioni quotidiane.Forte l’appello al rispetto del corpo e alla purezza, nel giorno in cui i cristiani venerano la salita al cielo della Madonna, in anima e corpo: «Come non denunciare lo squadernarsi della sensualità in ogni dove ha affermato senza più nessuna attenzione agli altri, alla donna e ai minori. E questo ha chiosato anche per colpa di una certa nostra neutralità, che si è sempre più insinuata nella mentalità comune».Nelle preghiere finali una ripetuta invocazione per il lavoro a Prato. «Il mio dovere principale di Vescovo aveva detto prima introducendo le orazioni è quello di pregare. Mi sono però impegnato in prima persona nei mesi passati, e l’impegno continua, perché il lavoro regga nella nostra città, le ricchezze che sono ingenti vengano investite e regga anche lo spirito imprenditoriale tipico dei pratesi». Per mons. Simoni è necessario proseguire nello sforzo concorde di tutte le componenti istituzionali, sociali ed economiche della città e del territorio, consapevoli però «che da soli non ce la possiamo fare: per questo c’è bisogno del sostegno a livello europeo, nazionale e regionale».Al termine del rito il Sindaco Cenni, dopo il Vescovo, ha posto per la prima volta la sua firma nel rogito «Ad Ostensionem», redatto dal segretario comunale. Mons. Simoni, prima di congedarsi, gli ha fatto dono della medaglia ufficiale del 350° della Diocesi, in argento.