di Giacomo CocchiPrato, intesa come città, come diocesi, con le sue famiglie e le singole persone, nelle mani di Maria. Alla Madonna di Fatima, alla sua intercessione, il Vescovo Simoni, al termine del solenne pontificale di domenica scorsa, 12 dicembre, insieme all’assemblea, affida la speranza per un migliore futuro di lavoro, di giustizia, di concordia, di crescita morale e spirituale della società pratese.La partecipazione è forte, quasi palpabile, davvero tante, molte commosse, le persone che a fine messa si avvicinano alla statua della Vergine. Un’immagine, quella della Madonna di Fatima, che in questi sei mesi di Peregrinatio Mariae, i fedeli delle comunità parrocchiali pratesi hanno imparato a conoscere bene.È stata la loro presenza puntuale e accorata a far ripetere spesso al Vescovo Simoni che questa Peregrinatio è stata «una vera esperienza di fede risvegliata e pregata, una vera missione fra il popolo credente».A rendere solenne l’atto conclusivo di questo viaggio, iniziato il 23 giugno scorso con la processione dalla cattedrale alla chiesa di Sant’Agostino, e durato sei mesi, è stata la presenza di tre vescovi. Presiedeva mons. Rino Passigato, nunzio apostolico in Portogallo, che concelebrava insieme a mons. Simoni e a mons. Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole.Al pontificale erano presenti le autorità cittadine con l’assessore Giorgio Silli per il Comune di Prato, il presidente della Provincia Lamberto Gestri e l’assessore Fabiano Falconi per il Comune di Vernio. La comunità ecclesiale pratese ha partecipato con molte sue componenti come l’Unitalsi, la Misericordia – che in questi mesi ha avuto il compito di trasferire la Statua da una parrocchia all’altra – l’ordine equestre del Santo Sepolcro, i cavalieri della Madonna del Sacro Cingolo e gli scout dell’Agesci. Ma tutta Prato era rappresentata e idealmente presente. Nel corso dell’offertorio, a simboleggiare tale presenza, sono state consegnate all’altare alcune bandierine delle nazionalità presenti in città e due rocche di filato pratese.Ma il vero protagonista si è rivelato ancora una volta il popolo di Dio, formato da quelle persone che hanno, ancora una volta, ribadito il forte legame tra Prato e la Madonna. La città dei cinque santuari mariani, custode della preziosa reliquia del Sacro Cingolo, ha confermato così il suo amore per la Madre di Gesù. Ma non si è trattata di semplice devozione. Fondamentale, sottolineato più volte da mons. Simoni, l’aspetto missionario di questa Peregrinatio. L’evento voluto dal Vescovo per concludere la Missione diocesana, che da tre anni sta portando mons. Simoni ad incontrare, fuori dalle chiese, i pratesi là dove vivono e lavorano. «Quante persone sono passate a salutare, venerare, pregare Maria meditando, così, il Vangelo di Gesù, e accostandosi alla Riconciliazione e all’Eucarestia!», ha detto il Vescovo. Per il presule questo grande evento ha avuto il merito di «riavvicinare coloro che si sono allontanati per dolore o diffidenza nei confronti della Chiesa. Ci sono tante persone buone, lontane dalla fede, ma non da Dio e, in questi mesi, qualcuno di loro si è affacciato grazie a Maria».Adesso non resta che far fruttare questa «scia di luce» lasciata dalla Madonna lungo il suo cammino. «Vi esorto tutti – ha concluso il Vescovo – a pensare a Gesù attraverso l’Adorazione al Santissimo Sacramento in tutte le comunità e vorrei che si estendesse, anche in altre zone, l’esperienza dell’Adorazione perpetua come avviene a San Paolo».